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Tag: Traona

Sperimentare, fare… Imparare!

Corsi di formazione professionale e di animazione territoriale e culturale

Il progetto Sperimentare, fare… Imparare! si rivolge a giovani dai 15 ai 34 anni, residenti nei Comuni di Talamona e Traona ma con attività aperte anche ai residenti dei Comuni del mandamento di Morbegno.

Le attività che saranno realizzate grazie al progetto sono volte a promuovere corsi di formazione professionale, per apprendere e sviluppare competenze spendibili nel mondo del lavoro e favorire occasioni di incontro tra giovani provenienti da contesti diversi.

Inoltre saranno attivati anche corsi di animazione territoriale e culturale, per sostenere l’inclusione sociale e promuovere il benessere sociale e psico-fisico dei partecipanti.

Il progetto è finanziato nell’ambito del bando La Lombardia è dei Giovani 2023, promosso da Regione Lombardia in collaborazione con ANCI Lombardia.

Maggiori informazioni: www.sfitalamona.itsfitalamona@gmail.com

Torchio di Corlazzo

Abbarbicato sulla soliva Costiera dei Cèch, nel comune di Traona. La frazione di Corlazzo è raggiungibile in auto o a piedi da Traona o dalla frazione di Santa Croce di Civo. Il borgo di Corlazzo conserva buone testimonianze di un urbanesimo rurale particolarmente interessante. Tra queste, degno di nota è l’antico torchio a leva (el torch), risalente al ‘600, tra i meglio conservati in tutta la Valtellina.

Il torchio di Corlazzo colpisce per l’enorme dimensione: costituito da tronchi in castagno resi collaboranti tra loro da cerchi metallici, appoggiano da un lato su una robusta incastellatura e dall’altro su una notevole vite di legno di noce incastrata in un grosso masso (preda in dialetto) di forma cilindrica, che trova sede in una buca ricavata nel pavimento. Il tavolaccio che raccoglie le vinacce e il vino che ne deriva dalla spremitura delle stesse, defluisce attraverso le scanalature nell’ apposito mastello (“segiùn”).  Generalmente con il termine torch si intende sia lo strumento vero e proprio destinato alla pigiatura delle vinacce, sia l’edificio, un locale rustico alto e lungo, nel quale l’attrezzo agricolo è contenuto. Uno degli ultimi proprietari riferisce che questo torchio venne costruito da un suo antenato che nei primi anni del XVII secolo lasciò la Valsassina per trasferirsi a Corlazzo di Traona.

Il nome della famiglia e una data seicentesca sono tutt’ora visibili sul tronco principale. Si ha poi notizia di una ristrutturazione del ‘700. Il torchio non andò in eredità ad una sola persona, ma rimase proprietà della famiglia, che, una volta allargatasi, dovette organizzarsi in turni più o meno complessi per usufruirne. Successivamente il Torchio di Corlazzo venne utilizzato dietro pagamento anche da altre famiglie che possedevano vigne vicine, assumendo i tratti di un torchio consortile e andando a costituire un luogo di socialità oltre che di lavoro. Si hanno notizie dell’uso del torchio fino agli anni ’70 del XX secolo. Attualmente la proprietà, dopo il recupero realizzato grazie anche a contributi della Comunità Montana Valtellina di Morbegno, è del Comune di Traona.

VISITABILE SU PRENOTAZIONE

Informazioni

Per visite rivolgersi a:
Comune di Traona
Via Parravicini, 10
23019 Traona (SO)
Tel. 0342 652341amministrazione@comune.traona.so.it

Chiesa di Santa Caterina (Corlazzo)

La piccola chiesa di Santa Caterina si trova poco al di fuori dell’abitato di Corlazzo (Traona), lambita dalla strada a mezza costa Traona – Santa Croce, detta Via Manescia, e dall’antico percorso con i nuclei di Santa Apollonia e Valletta. L’edificio risale almeno alla seconda metà del XV secolo, come documentano gli affreschi più antichi del presbiterio. La forma ed alcuni elementi della sacrestia fanno però pensare ad una struttura precedente, forse una torre d’osservazione. La struttura venne successivamente ampliata verso ovest, forse nel XVI secolo, assumendo le fattezze attuali.

La facciata presenta frammenti di un dipinto murale. Il piccolo, asimmetrico rosone, durante alcuni tramonti dell’anno, convoglia i raggi del sole formando un cerchio di luce che avvolge la Madonna dai lunghi capelli col Bambino del presbiterio. Particolarmente interessanti per gli antichi affreschi sono il presbiterio e la cappella. Il primo ha una volta a crociera con costoloni decorati che poggiano su peducci in granito, suddivisa in quattro vele. Esse recano i Dottori della Chiesa e in chiave di volta la Trinità trifronte. Sulla parete di fondo è raffigurato lo Sposalizio Mistico di Santa Caterina, le Sante Agata e Apollonia e quattro monaci. Al centro della rappresentazione la Vergine siede su un trono di marmo coperto da stoffe di bel disegno. Quindi il pavimento, disegnato a quadri, dona l’effetto della prospettiva. Questo ciclo di affreschi è attribuito ad un Pittore lombardo del nono decennio del XV secolo.

La cappella, sul lato sud, è anch’essa affrescata. La composizione delle pareti è suddivisa in due fasce: un basamento a figure geometriche e una Processione di Santi. Tra questi spicca la figura di San Pietro. Nella parete di fondo si riconoscono la Madonna col Bambino, Santa Caterina, San Giovanni Battista e numerosi Angeli musicanti con clavicembalo, liuti e altri strumenti. La volta contiene dei medaglioni recanti delle figure di Sante, mentre del Cristo entro una mandorla luminosa con Evangelisti ai lati non rimangono che delle tracce. Gli affreschi della cappella sono attribuiti a Giovanni Andrea de Magistris, quindi databili all’inizio del XVI secolo. All’esterno, sul muro del presbiterio verso la strada, protetto da uno sporto, v’è l’affresco dell’Annunciazione. Esso è caratterizzato da una “geometrizzazione” delle figure e un “vago, ma intenso sapore pier-francescano”.

La composizione è divisa in due parti da una finestra decorata: da un lato l’Angelo di profilo su uno sfondo di montagne, dall’altro la Madonna entro un tempietto con colonna e capitello e strutture ad arco. La colonna divide, netta, gli spazi della natura da quelli del tempietto. Anche questo affresco, “dagli influssi d’arte toscana”, è attribuito alla mano del Pittore quattrocentesco che ha dipinto il presbiterio.

Chiesa di Sant’Alessandro

La Chiesa di Sant’Alessandro si trova in posizione dominante sulla “grande borgata di Traona”. Le case lasciano gradualmente il posto ai vigneti terrazzati che caratterizzano il paesaggio traonese. Inoltre, essa si lascia osservare da buona parte della Bassa Valtellina.

Esistente già nel secolo XIII, venne ricostruita a partire dal 1604 e consacrata nel 1690, conservando il campanile e alcuni elementi precedenti: l’abside rivolta ed est e l’elegante porticato che regala un suggestivo panorama della bassa valle. Gli interni sono affrescati dal Gianolo Parravicini, autore anche dei dipinti che decorano il presbiterio con quadrature di G. Antonio Torricelli (1756).

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