Skip to main content

Gerola Alta – Laveggiolo

PARTENZA: Gerola Alta c/o Chiesa di S. Bartolomeo (1050 m)

ARRIVO: Laveggiolo (1485 m)

DISLIVELLO: ca. +435 m

DIFFICOLTÀ: Facile

Ciaspolata facile che attraverso i piccoli nuclei rurali di Castello e Laveggiolo permette di scoprire storia e tradizioni della Val Gerola.

In base alle condizioni della neve il percorso può essere effettuato anche senza l’ausilio di ciaspole.

Dalla piazza della chiesa di S. Bartolomeo a Gerola Alta si imbocca la via che dal retro incrocia il tracciato per località Foppa. La passeggiata è inizialmente su strada asfaltata fino al primo tornante, dove una palina in legno reca la scritta “Antiche mulattiere”. Il sentiero, dopo aver attraversato il torrente Vedrano tramite un ponticello, incontra la carrabile per pochi metri e poi risale i prati fino al nucleo di Castello (1329 m). La mulattiera prosegue oltre le case fino alla chiesa di S. Rocco per poi raggiungere Laveggiolo (1485 m).

Monte Olano

Tir Du Bur – Monte Olano

PARTENZA: Rasura, loc. Tir Du Bur

ARRIVO: Monte Olano

DISLIVELLO: ca. +449 m

TEMPO: 2 ore

Il Monte Olano, o Motta per la sua conformazione, è un pascolo panoramico sulla Bassa Valtellina: guardando a valle ci sono Morbegno e Talamona, più su la Costiera dei Cech e le Alpi Retiche con il Monte Disgrazia, il profilo della Val Tartano, poi le Valli del Bitto.

Il punto di partenza è il parcheggio in località Tir Du Bur (M 1203), uno slargo a lato della strada agro-silvo-pastorale che collega Rasura con le località più a monte.

Il percorso coincide con la strada principale fino al bivio con il cartello che indica il Rifugio della Corte, da raggiungere seguendo il tracciato.

Il sentiero, segnalato con il numero 114, sale con una certa pendenza nel bosco di abeti e da quota 1268, oltre le località Tagliate (M 1364) e Barech (M 1541). Quindi in 1 ora circa porta sul Monte Olano, a 1702 metri slm.

“ALLUNGA IL PERCORSO” → La casera di Olano (M 1792), un gruppo di baite, è a pochi minuti di ciaspole proseguendo sulla motta a sinistra, come indicato da un segnavia, in un ambiente più nascosto, racchiuso tra le montagne: la Cima Rosetta e il Monte omonimo, il Pizzo Olano e il Pizzo dei Galli.

In assenza di neve il punto di partenza è il parcheggio nei pressi del Rifugio della Corte.

La Culmine

La Culmine (detta “Culmen” in dialetto) è un un bastione in granito dalla forma arrotondata tra la piana di Ardenno e il conoide di Talamona la cui cima arriva a 921 m di altezza. Il panorama che si ammira dalla Culmine è imperdibile e spazia su tutta la Valtellina.

I soleggiati versanti del monte sono percorsi da diversi sentieri, percorribili tutto l’anno grazie alla felice esposizione al sole in tutte le stagioni.

Il percorso più frequentato e breve è una mulatteria che parte da Dazio. Alla sinistra del cimitero del paese inizia una pista sterrata di origine militare che porta fino alla cima in 50 minuti. Qui, durante la seconda guerra mondiale, vennero infatti edificate una casermetta ed un posto di vedetta, servite da una comoda carrozzabile, che ora è rimasta a disposizione di escursionisti e bikers.

E’ possibile effettuare anche un percorso ad anello sempre con partenza da Dazio, nei pressi del centro sportivo. Si percorre una strada lungo il prato fino a raggiungere la località Portaia. Qui si lascia lo sterrato per seguire il sentiero che sale in un bosco di betulle e superate alcune roccette si entra in un bosco di castagni fino a Legunc’. Dopo un percorso con alcuni saliscendi in un bosco di pini silvestri fino alla vetta.

Per il rientro possiamo percorrere la strada più ampia che già abbiamo visto o scendere attreverso “El senteè del Tarci”, itinerario tracciato dal CAI in memoria di una guida morta in un incidente in montagna. Questo sentiero scende ripido fino alla località Portaia dove riprenderemo il percorso sterrato utilizzato all’andata.

La Culmine è raggiungibile anche da Desco, Porcido Paniga o Campovico, tramite sentieri ben segnalati.

Bivacco Rovedatti

PARTENZA: Contrada Biorca  (Val Corta, Tartano)

ARRIVO: Bivacco Rovedatti

DISLIVELLO: +675 m

DIFFICOLTÀ: E (Escursionistica)

DURATA: ca. 1 h 45′

Per raggiungere il Bivacco Rovedatti (quota 1850 m) si possono utilizzare i seguenti sentieri:

  1. sentiero “163 Alfredo” che sale dalla Val Corta dopo la contrada Biorca (quota 1175) a Tartano (tempo 1,45 h),
  2. sentiero “delle Arene” che da Campo scende alla diga (quota 960) e poi risale (tempo 2,45 h),
  3. sentiero dalla località “La Bianca” (quota 1.245) di Talamona raggiungibile su strada agro silvo pastorale a pedaggio (tempo 2,15 h). Il sentiero allo stato attuale ha tratti di difficile individuazione per cui prestare attenzione.

L’itinerario per il Bivacco Rovedatti inizia dalla Val Corta, località Biorca a 1170 m. Sulla destra vi è un’area di parcheggio attrezzata e ben sistemata, con una grande bacheca sul Parco delle Orobie, panche e tavoli.

Ci si incammina lungo la valle e poco avanti imbocchiamo in risalita la deviazione a destra della strada e il sentiero da seguire. La strada finisce alle case agricole di Foppa, in vista delle stesse sulla destra si stacca il sentiero, si raggiunge subito una fonte lavatoio che precede le belle e antiche case di Fognini, 1300 m. Si superano un prato e un incavo scavato da un rigolo d’acqua. Quindi, lasciato a sinistra sul tronco di un albero la deviazione a sinistra, si entra nel bosco. Si sale decisi traversando la costiera verso nord alternando tratti faticosi di gradini di rocce a parti di sottobosco con una lunga serie di inversioni.

Si giunge a una larga staccionata che delimita il bosco con l’inizio dei prati dell’alpeggio Piscino. L’alpe si estende su un terreno molto pendente, quindi la traccia del sentiero si perde nel prato. Si sale ripidi in diagonale lasciando la baita della Casera Piscino e un’altra vasca con fonte d’acqua, 1682 m., a sinistra. Qui non bisogna lasciarsi invitare a proseguire per il prato fino a raggiugere la sovrastante baita, si traversa in piano piegando a destra ove su un muretto in pietra si ritrova il sentiero. Vi è la “bandierina” disegnata su un sasso del muretto, ben visibile. Si continua in un rado bosco tagliando la conformazione della costiero con un su e giù e passando da ben tre cancelletti di legno per il contenimento degli animali. Si arriva così sopra una svolta all’Alpe Pustaresc, 1714 m.

Ci si imbatte in uno straordinario piano di pascolo affacciato sulla valle che consente una vista spettacolare sul Monte Disgrazia e le cime della Val Masino. Sono presenti anche tre incisioni in legno di cui due segnalano il Sentiero delle Arene. La terza riporta la direzione verso il Bivacco Rovedatti. Bisogna scegliere se compiere un’escursione fino al Pizzo della Prugna per poi girare oppure seguire il percorso diretto. Questo si infila nel bosco sopra l’alpe e in circa 15 minuti raggiunge il bivacco. Il consiglio è di compiere l’anello.

Il Bivacco Rovedatti è una bella nuova costruzione rivestita in legno. Risulta aperta, sorge su un piccolo slargo circondato da larici al passo Mùta, a 1850 m. Attorno sono realizzati posti con panche e tavoli, sedute su pietre. All’interno tavolate destinate a posti letto stufa a legna accatastate all’esterno, tavolone e panche, alcune stoviglie.

Storia del Bivacco

Nell’agosto del 2017 è mancato nei boschi della Val Corta Roberto Rovedatti (classe 1949), per cui da lì è nata nei figli l’idea di realizzare un bivacco nella zona che potesse dare un ricordo del suo amore per la montagna e per la Val Tartano.

Attorno al bivacco, in collaborazione con il “Consorzio Pustarèsc” è stato allestito un grande parco selvatico naturale con panche e tavoloni in legno all’ombra di larici e abeti.

E in inverno…

Nel periodo invernale si può raggiungere il bivacco con le ciaspole in sicurezza unicamente da Campo passando sul ponte tibetano (tempo 2 h) a pedaggio (verificarne orari apertura). Si sconsiglia lo sci alpinismo perché la parte sciabile è modesta. Il tracciato è stato allestito dal Consorzio Pustarèsc con segnaletica specifica su piante in modo che sia visibile anche in inverno.

Cercino: dal fondovalle ai prati della Bruciata

PARTENZA: Piussogno (220 m)

ARRIVO: Rifugio Consorzio Prati Brusada (1550 m)

DISLIVELLO: 1360 m

LUNGHEZZA: 12,7 km (totale); 2 km (fino a Cercino); 8 km (fino al Rifugio)

DIFFICOLTÀ: E (escursionisti)

DURATA: 45 min (fino a Cercino); 3 h 40 min (fino al Rifugio); 6 h (giro completo)

Il percorso, partendo nei pressi della chiesa di S. Margherita a Piussogno, passa dalle frazioni di Barossedo, Fiesso, Siro, il centro storico di Cercino, Cagnello, per poi salire tramite il vecchio sentiero dai Coper dei Maffioli e Coper Alto e terminare ai Prati della Brusada, dove chi vorrà potrà pernottare al Rifugio comunale.

Un percorso didattico, storico e naturalistico

Con questo percorso, realizzato dal Comune di Cercino grazie al sostegno di GAL Valtellina 2014-2020, l’escursionista, in totale autonomia guidato dalla segnaletica, potrà andare alla scoperta dei principali siti di interesse del territorio, identificati da un apposito cippo numerato e da alcune bacheche illustrative.

Monte Bassetta

PARTENZA: loc. La Piazza (Cino)

ARRIVO: Monte Bassetta

DISLIVELLO: ca. +780 m

DIFFICOLTÀ: E (escursionisti)

DURATA: 2 h 30 min

Situato al limite occidentale della Costiera dei Cèch, il Monte Bassetta (1746 m) si affaccia col suo profilo arrotondato su Alto Lario, Catena Orobica e Valchiavenna, offrendo in virtù della sua posizione ampi panorami di incredibile bellezza.

Per raggiungere La Piazza (960 m) bisogna percorrere la strada consortile richiedendo un permesso rilasciato dal Comune di Cino. Da La Piazza, tralasciata la pista tagliafuoco per i Prati dell’O, si imbocca a sinistra il sentiero per il soprastante Monte Foffricio (1258 m). Seguendo la segnaletica nel bosco, oltrepassata questa modesta elevazione, si percorre il suggestivo crinale fino al culmine.

Valletta – S. Apollonia – Corlazzo

PARTENZA: Valletta (Traona)

ARRIVO: Corlazzo (Traona)

DISLIVELLO: +100 m

DIFFICOLTÀ: T (turistica)

DURATA: 30 min

Si parte dalla frazione Valletta e si sale lungo una strada immersa tra vigne e boschi. Si attraversa l’antico borgo di S. Apollonia, di S. Caterina (da vedere: chiesa di S. Caterina) e si raggiunge la frazione di Corlazzo (da vedere: torchio di Corlazzo). Da qui è poi possibile proseguire attraverso splendidi percorsi e camminate tra i vigneti fino a poter raggiungere varie località (Castello di Domofole verso ovest, abitato di Mello e Civo, ecc…)
Il percorso non presenta particolari difficoltà e lungo di esso è possibile trovare alcune fontane ed aree di sosta.

Cima della Rosetta

Partenza: Rifugio Bar Bianco, Alpe Culino

Arrivo: Cima della Rosetta

Dislivello: ca. +650 m

Tempo: 3h 30′

Difficoltà: E (escursionistica)

Nel silenzio della montagna la croce della Cima della Rosetta svetta nel cielo azzurro vegliando sulla vallata e sulla sua gente nel nome di Dio. Così è scritto su di una targa in vetta, che non è solo una cima, ma – più – un simbolo per chi abita a valle.

Il sentiero numero 124 segue il percorso ad anello; il senso di marcia è a libera scelta.

Il punto di partenza è il parcheggio in località Alpe Culino; qui c’è il Rifugio Bar Bianco (M 1506). La croce è già in vista e il sentiero risale il pascolo, ampio ma ripido, sempre sul lato sinistro. Il percorso supera le Baite del Prato (M 1715), una macchia di rododendri e un rado boschetto. Il tratto per la cima è in cresta. La croce è a 2156 metri slm e il panorama è tutto da osservare. Il sentiero scende poi in diagonale sul pendio per la Baita Culino e il Lago Culino (M 1956), un tipico laghetto alpino. Il percorso – da qui – attraversa il pascolo fino alla Baite Vèn (M 1808), poi in un boschetto e – quindi – su una pista sterrata fino al rifugio.

(Fonte: www.valgerolaonline.it)

Gerola – Pescegallo

Partenza: Gerola Alta

Arrivo: Pescegallo

Dislivello: 420 m

Tempo: 1h

Difficoltà: T (turistica)

Il paese di Gerola Alta è stato per secoli collegato con le località di Fenile e Pescegallo da una mulattiera. Il consiglio è una sosta a Fenile, per passeggiare tra le sue case.

Il punto di partenza è il parcheggio lungo la SP 7, nei pressi di Infopoint Valgerola; qui c’è anche la fermata STPS. Il percorso segue Via Nazionale e, oltre Piazza Pizzo Tre Signori, supera il ponte sul Torrente Bitto, quindi a destra fino ad una fontana. Lì, come segnalato da un cartello informativo, inizia la mulattiera, che risale i prati e passa per la località Cassinelle. Il tracciato incrocia – in più punti – la strada carrabile, ma è da proseguire seguendo le paline in legno “ANTICHE MULATTIERE” fino a Fenile (M 1235). Il percorso è per un tratto sulla SP 7, poi è da superare il ponte sul torrente per la strada sterrata – anche percorso vita – che in un bel bosco di conifere raggiunge Pescegallo (M 1473).

Il ritorno segue lo stesso itinerario.

(Fonte: www.valgerolaonline.it)

Biorca – Bagini

PARTENZA: Biorca (1140 m)

ARRIVO: Bagini (1260 m)

DISLIVELLO: +120 m

DIFFICOLTÀ: Facile la Val Corta in Val Tartano è un vero paradiso per le ciaspole. L’itinerario qui proposto è semplice e alla portata di tutti. Partendo dalla località Biorca (1140 m, a sud-ovest del nucleo di Tartano) si percorre il tracciato della strada sterrata che si inoltra nella Val Corta fino al caratteristico abitato di Bagini (1260), punto nel quale la valle si dirama in Val di Lemma e Val Budria.