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Autore: Infopoint

La quadreria di Sacco

La Casa Parrocchiale della Frazione di Sacco, nel comune di Cosio Valtellino, venne riedificata a metà del XVIII secolo.

Attualmente ospita gran parte dei quadri appartenenti alla Quadreria di San Lorenzo. Si tratta di una collezione di dipinti che conta ben 73 tele eseguite su supporto tessile in diverse epoche tra il XVI e XIX secolo. Ventidue di queste sono collocate all’interno della Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo.

Nell’edificio della casa parrocchiale, invece, sono esposte ben 51 opere, molte delle quali provenienti dalle varie chiesette sparse per il paese di Sacco.

L’importanza di questi quadri non è tanto da ricercarsi nel loro valore artistico, quanto piuttosto nell’essere testimonianza della forte devozione dei parrocchiani del paese di Sacco.

Inoltre una parte di queste tele è ricordo degli “emigranti”, gente che ha abbandonato durante il XVII secolo la valle per cercare lavoro nei porti di Genova e Napoli. Da qui provengono le tele come la grande pala d’altare dedicata a San Lorenzo.

La maggioranza delle opere presenta una raffigurazione religiosa tipica dell’iconografia controriformata. Sono rappresentati vari soggetti: l’Immacolata Concezione, la Crocefissione, la Madonna circondata da Santi, gli ex voto e le figure dei Santi.

Le sale espositive sono state organizzate nel seguente modo: al primo piano vi è il Corridoio dei Ritratti dei Parroci di Sacco, al secondo piano la Sala dei Santi, la Sala Mariana e il Corridoio del Cristo.

C’è anche una stanza dedicata al Campanile che ospita il meccanismo e le lancette del vecchio orologio.

Attrattiva aperta al pubblico e visitabile durante le aperture programmate organizzate dall’ Ecomuseo della Valgerola e possibilità di visite extra contattando l’Ecomuseo

Città del sole

Città del Sole

Città del sole

Indirizzo:
Via Garibaldi, 34 – 23017 Morbegno (SO)

Telefono:
+39 0342 611077

E-mail:
morbegno@cittadelsole.com

Città del sole è la catena di negozi presenti in tutta Italia dedicata al gioco creativo. I giochi di Città del sole, proposti per fasce di età sono pensati come strumenti per crescere, per stimolare la creatività dei bambini attraverso l’esperienza, l’immaginazione, la curiosità e la scoperta. Città del sole riserva uno spazio anche ai giochi dei grandi come i giochi di società e alle curiosità scientifiche. Inoltre seleziona i migliori giochi da tutto il mondo e, pur avendo una predilezione per i giochi tradizionali e in legno, estende la sua ricerca anche alle novità più interessanti.

Orari di apertura: 09.00-12.00 15.00-19.00

Giorno di chiusura: domenica

Il Palazzo del Podestà a Caspano

Il palazzo sorge nel borgo di Caspano, nel comune di Civo, e fu costruito intorno alla metà del sec XVI in posizione dominante sulla valle con i tratti tipici del Rinascimento.

Formato da 3 grandi volumi in pietra disposti a ferro di cavallo intorno al cortile centrale, possiede un atrio in ciottolato che rappresenta il cuore del palazzo, contornato da un portico sorretto da colonne in granito con capitelli in stile dorico.

Il Palazzo era sede del Podestà di Traona. Il piano terra serviva al movimento di milizia e contadini, il primo piano era di rappresentanza e il secondo era riservato alla residenza della famiglia. A tutt’oggi è ancora abitato.

Il portale d’ingresso in pietra, sulla chiave di volta porta incisa la data MDLX (1560)

Brochure realizzata dalla classe III A Indirizzo Turismo, dalle classi III A, IV A, V A Produzioni Tessili Sartoriali, dalla classe III A SSS Servizi per la Sanità e Assistenza Sociale dell’Istituto di Istruzione Superiore Saraceno Romegialli di Morbegno, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Statale “Giovanni Gavazzeni” di Talamona.

Agriturismo Il Bisteca

Agriturismo Il Bisteca

Indirizzo:
Via Adda, 991 – 23018 Talamona (SO)

Telefono:
+39 375 5654963

E-mail:
info@ilbisteca.com

Web:
www.ilbisteca.com

CIR: 014063-AGR-00004

L’Agriturismo Il Bisteca, situato nel cuore della Valtellina in posizione strategica, nasce nel 2022 con la missione di portare eccezionali tagli di carne alla bocca di tutti con proposte sfiziose e di qualità.

Il Bisteca” è il soprannome del fondatore della Macelleria Strigiotti a Talamona, gestita oggi da 3 generazioni insieme ai figli e al nipote Cleto. L’azienda di famiglia da anni seleziona e macella bestie fornite da allevatori esclusivamente della zona.

Per garantirvi i migliori piatti sulla vostra tavola, prestiamo la massima attenzione alle materie prime nella nostra fattoria. 

Alleviamo mucche, asini e maiali; li macelliamo e lavoriamo nell’azienda di famiglia per creare ricette di altissima qualità. I nostri menu si basano sull’utilizzo di prodotti nostrani e di stagione, esplodendo in una moltitudine di sapori! 

Ad accogliervi un’atmosfera moderna ed elegante inserita in un ambiente tradizionale. 

Consulta QUI il menu di Pasqua 2024

B&B Terre Alte

B&B Terre Alte

Indirizzo:

Via Piazza della Libertà, 2 – 23010 – Buglio in Monte (So)

Telefono:
+39 0342 620029

E-mail:
info@bbterrealte.it

CIR: 014010-BEB-00002

Il B&B Terre Alte situato a Buglio in Monte, offre un bar, la connessione WIFI gratuita, reception aperta fino alle ore 22.00 o previa chiamata, e una terrazza con bella vista sulla valle.

Dispone di camere con TV satellitare a schermo piatto. Colazione continentale o a buffet.

La Culmine

La Culmine (detta “Culmen” in dialetto) è un un bastione in granito dalla forma arrotondata tra la piana di Ardenno e il conoide di Talamona la cui cima arriva a 921 m di altezza. Il panorama che si ammira dalla Culmine è imperdibile e spazia su tutta la Valtellina.

I soleggiati versanti del monte sono percorsi da diversi sentieri, percorribili tutto l’anno grazie alla felice esposizione al sole in tutte le stagioni.

Il percorso più frequentato e breve è una mulatteria che parte da Dazio. Alla sinistra del cimitero del paese inizia una pista sterrata di origine militare che porta fino alla cima in 50 minuti. Qui, durante la seconda guerra mondiale, vennero infatti edificate una casermetta ed un posto di vedetta, servite da una comoda carrozzabile, che ora è rimasta a disposizione di escursionisti e bikers.

E’ possibile effettuare anche un percorso ad anello sempre con partenza da Dazio, nei pressi del centro sportivo. Si percorre una strada lungo il prato fino a raggiungere la località Portaia. Qui si lascia lo sterrato per seguire il sentiero che sale in un bosco di betulle e superate alcune roccette si entra in un bosco di castagni fino a Legunc’. Dopo un percorso con alcuni saliscendi in un bosco di pini silvestri fino alla vetta.

Per il rientro possiamo percorrere la strada più ampia che già abbiamo visto o scendere attreverso “El senteè del Tarci”, itinerario tracciato dal CAI in memoria di una guida morta in un incidente in montagna. Questo sentiero scende ripido fino alla località Portaia dove riprenderemo il percorso sterrato utilizzato all’andata.

La Culmine è raggiungibile anche da Desco, Porcido Paniga o Campovico, tramite sentieri ben segnalati.

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Bivacco Rovedatti

PARTENZA: Contrada Biorca  (Val Corta, Tartano)

ARRIVO: Bivacco Rovedatti

DISLIVELLO: +675 m

DIFFICOLTÀ: E (Escursionistica)

DURATA: ca. 1 h 45′

Per raggiungere il Bivacco Rovedatti (quota 1850 m) si possono utilizzare i seguenti sentieri:

  1. sentiero “163 Alfredo” che sale dalla Val Corta dopo la contrada Biorca (quota 1175) a Tartano (tempo 1,45 h),
  2. sentiero “delle Arene” che da Campo scende alla diga (quota 960) e poi risale (tempo 2,45 h),
  3. sentiero dalla località “La Bianca” (quota 1.245) di Talamona raggiungibile su strada agro silvo pastorale a pedaggio (tempo 2,15 h). Il sentiero allo stato attuale ha tratti di difficile individuazione per cui prestare attenzione.

L’itinerario per il Bivacco Rovedatti inizia dalla Val Corta, località Biorca a 1170 m. Sulla destra vi è un’area di parcheggio attrezzata e ben sistemata, con una grande bacheca sul Parco delle Orobie, panche e tavoli.

Ci si incammina lungo la valle e poco avanti imbocchiamo in risalita la deviazione a destra della strada e il sentiero da seguire. La strada finisce alle case agricole di Foppa, in vista delle stesse sulla destra si stacca il sentiero, si raggiunge subito una fonte lavatoio che precede le belle e antiche case di Fognini, 1300 m. Si superano un prato e un incavo scavato da un rigolo d’acqua. Quindi, lasciato a sinistra sul tronco di un albero la deviazione a sinistra, si entra nel bosco. Si sale decisi traversando la costiera verso nord alternando tratti faticosi di gradini di rocce a parti di sottobosco con una lunga serie di inversioni.

Si giunge a una larga staccionata che delimita il bosco con l’inizio dei prati dell’alpeggio Piscino. L’alpe si estende su un terreno molto pendente, quindi la traccia del sentiero si perde nel prato. Si sale ripidi in diagonale lasciando la baita della Casera Piscino e un’altra vasca con fonte d’acqua, 1682 m., a sinistra. Qui non bisogna lasciarsi invitare a proseguire per il prato fino a raggiugere la sovrastante baita, si traversa in piano piegando a destra ove su un muretto in pietra si ritrova il sentiero. Vi è la “bandierina” disegnata su un sasso del muretto, ben visibile. Si continua in un rado bosco tagliando la conformazione della costiero con un su e giù e passando da ben tre cancelletti di legno per il contenimento degli animali. Si arriva così sopra una svolta all’Alpe Pustaresc, 1714 m.

Ci si imbatte in uno straordinario piano di pascolo affacciato sulla valle che consente una vista spettacolare sul Monte Disgrazia e le cime della Val Masino. Sono presenti anche tre incisioni in legno di cui due segnalano il Sentiero delle Arene. La terza riporta la direzione verso il Bivacco Rovedatti. Bisogna scegliere se compiere un’escursione fino al Pizzo della Prugna per poi girare oppure seguire il percorso diretto. Questo si infila nel bosco sopra l’alpe e in circa 15 minuti raggiunge il bivacco. Il consiglio è di compiere l’anello.

Il Bivacco Rovedatti è una bella nuova costruzione rivestita in legno. Risulta aperta, sorge su un piccolo slargo circondato da larici al passo Mùta, a 1850 m. Attorno sono realizzati posti con panche e tavoli, sedute su pietre. All’interno tavolate destinate a posti letto stufa a legna accatastate all’esterno, tavolone e panche, alcune stoviglie.

Storia del Bivacco

Nell’agosto del 2017 è mancato nei boschi della Val Corta Roberto Rovedatti (classe 1949), per cui da lì è nata nei figli l’idea di realizzare un bivacco nella zona che potesse dare un ricordo del suo amore per la montagna e per la Val Tartano.

Attorno al bivacco, in collaborazione con il “Consorzio Pustarèsc” è stato allestito un grande parco selvatico naturale con panche e tavoloni in legno all’ombra di larici e abeti.

E in inverno…

Nel periodo invernale si può raggiungere il bivacco con le ciaspole in sicurezza unicamente da Campo passando sul ponte tibetano (tempo 2 h) a pedaggio (verificarne orari apertura). Si sconsiglia lo sci alpinismo perché la parte sciabile è modesta. Il tracciato è stato allestito dal Consorzio Pustarèsc con segnaletica specifica su piante in modo che sia visibile anche in inverno.

La Madonnetta

In maniera affettuosa i morbegnesi chiamano Madonnetta questa cappelletta posta ai piedi della montagna. Il piccolo edificio fu costruito per custodire un affresco quattrocentesco ritenuto miracoloso, la leggenda vuole che qui la Madonna si riposò prima di apparire a Tirano nel 1504.

L’interno, un tempo ricoperto da tavolette ex voto, presenta un semplice altare ligneo coronato da due figure di angeli che incornicia l’affresco miracoloso della Madonna col Bambino. I dipinti sulle volte del portico esterno, la raffaellesca Madonna con Bambino e angeli oranti dipinti all’interno del timpano sono di Giovanni Gavazzeni.

Chiesa di San Pietro

Addossata al palazzo dei Castelli di Sannazzaro, oggi è la casa comunale di Morbegno. La chiesa di San Pietro venne fondata nel 1337 per incontrare le esigenze del nuovo ceto sociale composto da artigiani e mercanti che in quella parte del borgo si era stabilito.

Fu la prima vera parrocchiale di Morbegno. Eretta da maestranze della Val d’Intelvi o della Valsolda, che progettarono un edificio di ampiezza sostanzialmente uguale a quella di oggi. La chiesa è testimone per eccellenza della storia della città. Al suo interno si tenevano le assemblee civiche, era punto di riferimento durante alluvioni o pestilenze. Nel 1559 venne assegnata al culto riformato dai Grigioni, padroni dal 1512 di Valtellina e Valchiavenna. Morbegno, benché comunità aperta e tollerante, non venne risparmiata dai moti che nel 1620 portarono all’eccidio e alla cacciata dei riformati presenti in Valtellina. Questo episodio e gli avvenimenti dei vent’anni successivi, se non impedirono ai Grigioni di mantenere il controllo sulle due valli fino alle soglie del 1800, portarono alla proibizione del culto protestante in questi territori e la conseguente riconversione di tutte le chiese riformate in cattoliche.

La chiesa di San Pietro venne già dal 1620 affidata alla Confraternita del Santissimo Sacramento, che si assunse l’impegno di ristrutturarla. Nel 1642 solo la volta doveva essere completata, nel 1669 i lavori erano finiti e la chiesa rinnovata “in forma elegante, con volta imbiancata, luminosa e pavimentata”. Al 1681 risale il fregio continuo in stucco bianco con intonaco rosa e motivi floreali. Si accede all’edificio tramite un caratteristico portale in marmo nero sormontato da un timpano spezzato che ospita un’ampia finestra. L’interno, un’unica sala scandita da tre campate con volte a botte e due cappelle laterali, presenta numerosi affreschi eseguiti ad inizio Settecento da Pietro Bianchi detto “Il Bustino”. Dell’artista sono le storie dei santi Pietro e Paolo che colorano la volta della navata.

Interessante notare come, in una chiesa dal passato riformato, molti dei temi rappresentati celebrino la Controriforma. Sulla volta della cappella destra, dedicata a Carlo Borromeo, il santo è dipinto in gloria come un “nuovo Costantino”. Accompagnato dal motto “in hoc signo vinces”, si erge a novello campione della cristianità cattolica e della Controriforma contro le eresie. L’affresco sulla volta del presbiterio rappresenta invece la vittoria della Chiesa di Roma sulla Chiesa riformata. Qui, a sinistra, quattro eretici vengono scacciati dalla Verità con lo “speculum veritatis”. Al centro la Vergine e l’Eterno glorificano l’Eucaristia, in silente polemica con le dottrine riformate. L’altare maggiore, in commesso marmoreo, proviene dall’ex convento domenicano di Sant’Antonio. Alle sue spalle, la pala d’altare ospita una tela realizzata nel 1804 da Antonio Gualtieri raffigurante l’Ultima cena con la Trinità, ad ulteriore celebrazione del mistero eucaristico.