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La Culmine

La Culmine (detta “Culmen” in dialetto) è un un bastione in granito dalla forma arrotondata tra la piana di Ardenno e il conoide di Talamona la cui cima arriva a 921 m di altezza. Il panorama che si ammira dalla Culmine è imperdibile e spazia su tutta la Valtellina.

I soleggiati versanti del monte sono percorsi da diversi sentieri, percorribili tutto l’anno grazie alla felice esposizione al sole in tutte le stagioni.

Il percorso più frequentato e breve è una mulatteria che parte da Dazio. Alla sinistra del cimitero del paese inizia una pista sterrata di origine militare che porta fino alla cima in 50 minuti. Qui, durante la seconda guerra mondiale, vennero infatti edificate una casermetta ed un posto di vedetta, servite da una comoda carrozzabile, che ora è rimasta a disposizione di escursionisti e bikers.

E’ possibile effettuare anche un percorso ad anello sempre con partenza da Dazio, nei pressi del centro sportivo. Si percorre una strada lungo il prato fino a raggiungere la località Portaia. Qui si lascia lo sterrato per seguire il sentiero che sale in un bosco di betulle e superate alcune roccette si entra in un bosco di castagni fino a Legunc’. Dopo un percorso con alcuni saliscendi in un bosco di pini silvestri fino alla vetta.

Per il rientro possiamo percorrere la strada più ampia che già abbiamo visto o scendere attreverso “El senteè del Tarci”, itinerario tracciato dal CAI in memoria di una guida morta in un incidente in montagna. Questo sentiero scende ripido fino alla località Portaia dove riprenderemo il percorso sterrato utilizzato all’andata.

La Culmine è raggiungibile anche da Desco, Porcido Paniga o Campovico, tramite sentieri ben segnalati.

Bivacco Rovedatti

PARTENZA: Contrada Biorca  (Val Corta, Tartano)

ARRIVO: Bivacco Rovedatti

DISLIVELLO: +675 m

DIFFICOLTÀ: E (Escursionistica)

DURATA: ca. 1 h 45′

Per raggiungere il bivacco (quota 1850 m) si possono utilizzare i seguenti sentieri:

  1. sentiero “163 Alfredo” che sale dalla Val Corta dopo la contrada Biorca (quota 1175) a Tartano (tempo 1,45 h),
  2. sentiero “delle Arene” che da Campo scende alla diga (quota 960) e poi risale (tempo 2,45 h),
  3. sentiero dalla località “La Bianca” (quota 1.245) di Talamona raggiungibile su strada agro silvo pastorale a pedaggio (tempo 2,15 h). Il sentiero allo stato attuale ha tratti di difficile individuazione per cui prestare attenzione.

Itinerario

Ci troviamo in Val Corta, località Biorca 1170 m. sulla destra area di parcheggio, L’area è attrezzata e ben sistemata, grande bacheca sul parco delle Orobie, panche e tavoli non manca una scultura, il tutto in legno.
Ci si incammina lungo la valle e poco avanti imbocchiamo in risalita la deviazione a destra della strada, cartello segnavia riporta il numero 163, il sentiero da seguire. La strada finisce alle case agricole di Foppa, in vista delle stesse sulla destra si stacca il sentiero, si raggiunge subito una fonte lavatoio che precede le belle e antiche case di Fognini, 1300 m. Poi si passa in salita un prato, superiamo un incavo scavato da un rigolo d’acqua, lasciato a sinistra sul tronco di un albero la deviazione a sinistra, si entra nel bosco. Si sale decisi traversando la costiera verso nord alternando tratti faticosi di gradini di rocce a parti di sottobosco con una lunga serie di inversioni, fino ad arrivare a una larga staccionata, cancelletto, che delimita in pratica il bosco con l’inizio dei prati dell’alpeggio Piscino. L’alpe si estende su un terreno molto pendente, la traccia del sentiero si perde nel prato. Si sale ripidi in diagonale lasciando la baita della Casera Piscino e una altra vasca con fonte d’acqua, 1682 m. a sinistra, qui non bisogna lasciarsi invitare a proseguire per il prato a raggiugere la sovrastante baita, si traversa in piano piegando a destra ove su un muretto in pietra si ritrova il sentiero, “bandierina” disegnata su un sasso del muretto ben visibile. Si continua in un rado bosco tagliando la conformazione della costiero con un su e giù e passando da ben tre cancelletti di legno per il contenimento degli animali. Arriviamo così sopra una svolta all’Alpe Pustaresc, 1714 m. Uno straordinario piano di pascolo affacciato sulla valle che consente una vista spettacolare sul monte Disgrazia e le cime della Val Masino sul lato destro poco distante un gruppo di baite dell’Alpe e davanti alle case palina segnavia con agganciate altre tre incisioni in legno due segnalano il sentiero delle Arene l’altro riporta la direzione del Parco e Bivacco Rovedatti anche il Segnavia in metallo riporta la stessa dicitura dato in un ora e il n. 163 ma con la freccia orientata in altra direzione. In pratica si tratta di scegliere se compiere una escursione fino alla punta della prominenza della costiera, Pizzo della Pruna e girando arrivare al Bivacco o se seguire il percorso diretto che si infila nel bosco sopra l’alpe e in circa 15 minuti raggiunge con un traverso il Bivacco. Comunque si decida, per la bellezza dell’ambiente i punto panoramici si consiglia di compiere l’anello in salita o in discesa.
Il Bivacco Rovedatti è una bella nuova costruzione rivestita in legno, risulta aperta, sorge su un piccolo slargo circondato da larici al passo Mùta, a 1850 m. attorno sono realizzati posti con panche e tavoli, sedute su pietre. All’interno tavolate destinate a posti letto stufa a legna accatastate all’esterno, tavolone e panche, alcune stoviglie.

Storia del Bivacco

Nell’agosto del 2017 è mancato nei boschi della Val Corta Roberto Rovedatti (classe 1949), da lì è nata nei figli l’idea di realizzare un bivacco nella zona che potesse dare un ricordo del suo amore per la montagna e per la Val Tartano.

Attorno al bivacco, in collaborazione con il “Consorzio Pustarèsc” è stato allestito un grande parco selvatico naturale con panche e tavoloni in legno all’ombra di larici e abeti.

E in inverno…

Nel periodo invernale si può raggiungere il bivacco con le ciaspole in sicurezza unicamente da Campo passando sul ponte tibetano (tempo 2,00 h) a pedaggio (verificarne orari apertura), si sconsiglia lo sci alpinismo perché la parte sciabile è modesta; il tracciato è stato allestito dal Consorzio Pustarèsc con segnaletica specifica su piante in modo che sia visibile anche in inverno.

Cercino: dal fondovalle ai prati della Bruciata

PARTENZA: Piussogno (220 m)

ARRIVO: Rifugio Consorzio Prati Brusada (1550 m)

DISLIVELLO: 1360 m

LUNGHEZZA: 12,7 km (totale); 2 km (fino a Cercino); 8 km (fino al Rifugio)

DIFFICOLTÀ: E (escursionisti)

DURATA: 45 min (fino a Cercino); 3 h 40 min (fino al Rifugio); 6 h (giro completo)

Il percorso, partendo nei pressi della chiesa di S. Margherita a Piussogno, passa dalle frazioni di Barossedo, Fiesso, Siro, il centro storico di Cercino, Cagnello, per poi salire tramite il vecchio sentiero dai Coper dei Maffioli e Coper Alto e terminare ai Prati della Brusada, dove chi vorrà potra pernottare al Rifugio comunale.

Un percorso didattico, storico e naturalistico

Con questo percorso, realizzato dal Comune di Cercino grazie al sostegno di GAL Valtellina 2014-2020, l’escursionista, in totale autonomia guidato dalla segnaletica, potrà andare alla scoperta dei principali siti di interesse del territorio, identificati da un apposito cippo numerato e da alcune bacheche illustrative.

Monte Bassetta

PARTENZA: loc. La Piazza (Cino)

ARRIVO: Monte Bassetta

DISLIVELLO: ca. +780 m

DIFFICOLTÀ: E (escursionisti)

DURATA: 2 h 30 min

Situato al limite occidentale della Costiera dei Cèch, il Monte Bassetta (1746 m) si affaccia col suo profilo arrotondato su Alto Lario, Catena Orobica e Valchiavenna, offrendo in virtù della sua posizione ampi panorami di incredibile bellezza.

Per raggiungere La Piazza (960 m) bisogna percorrere la strada consortile richiedendo un permesso rilasciato dal Comune di Cino. Da La Piazza, tralasciata la pista tagliafuoco per i Prati dell’O, si imbocca a sinistra il sentiero per il soprastante Monte Foffricio (1258 m). Seguendo la segnaletica nel bosco, oltrepassata questa modesta elevazione, si percorre il suggestivo crinale fino al culmine del Monte Bassetta.

Valletta – S. Apollonia – Corlazzo

PARTENZA: Valletta (Traona)

ARRIVO: Corlazzo (Traona)

DISLIVELLO: +100 m

DIFFICOLTÀ: T (turistica)

DURATA: 30 min

Si parte dalla frazione Valletta e si sale lungo una strada immersa tra vigne e boschi. Si attraversa l’antico borgo di S. Apollonia, di S. Caterina (da vedere: chiesa di S. Caterina) e si raggiunge la frazione di Corlazzo (da vedere: torchio di Corlazzo). Da qui è poi possibile proseguire attraverso splendidi percorsi e camminate tra i vigneti fino a poter raggiungere varie località (Castello di Domofole verso ovest, abitato di Mello e Civo, ecc…)
Il percorso non presenta particolari difficoltà e lungo di esso è possibile trovare alcune fontane ed aree di sosta.

Cima della Rosetta

Partenza: Rifugio Bar Bianco, Alpe Culino

Arrivo: Cima della Rosetta

Dislivello: 650 m

Tempo: 3h 30′

Difficoltà: E (escursionistica)

Nel silenzio della montagna questa croce svetta nel cielo azzurro vegliando sulla vallata e sulla sua gente nel nome di Dio. Così è scritto su di una targa in vetta alla Rosetta, che non è solo una cima, ma – più – un simbolo per chi abita a valle.

Il sentiero numero 124 segue il percorso ad anello; il senso di marcia è a libera scelta.

Il punto di partenza è il parcheggio in località Alpe Culino; qui c’è il Rifugio Bar Bianco (M 1506). La croce è già in vista e il sentiero risale il pascolo, ampio ma ripido, sempre sul lato sinistro. Il percorso supera le Baite del Prato (M 1715), una macchia di rododendri e un rado boschetto. Il tratto per la cima è in cresta. La croce è a 2156 metri slm e il panorama è tutto da osservare. Il sentiero scende poi in diagonale sul pendio per la Baita Culino e il Lago Culino (M 1956), un tipico laghetto alpino. Il percorso – da qui – attraversa il pascolo fino alla Baite Vèn (M 1808), poi in un boschetto e – quindi – su una pista sterrata fino al rifugio.

(Fonte: www.valgerolaonline.it)

Gerola – Pescegallo

Partenza: Gerola Alta

Arrivo: Pescegallo

Dislivello: 420 m

Tempo: 1h

Difficoltà: T (turistica)

Il paese di Gerola Alta è stato per secoli collegato con le località di Fenile e Pescegallo da una mulattiera. Il consiglio è una sosta a Fenile, per passeggiare tra le sue case.

Il punto di partenza è il parcheggio lungo la SP 7, nei pressi di Infopoint Valgerola; qui c’è anche la fermata STPS. Il percorso segue Via Nazionale e, oltre Piazza Pizzo Tre Signori, supera il ponte sul Torrente Bitto, quindi a destra fino ad una fontana. Lì, come segnalato da un cartello informativo, inizia la mulattiera, che risale i prati e passa per la località Cassinelle. Il tracciato incrocia – in più punti – la strada carrabile, ma è da proseguire seguendo le paline in legno “ANTICHE MULATTIERE” fino a Fenile (M 1235). Il percorso è per un tratto sulla SP 7, poi è da superare il ponte sul torrente per la strada sterrata – anche percorso vita – che in un bel bosco di conifere raggiunge Pescegallo (M 1473).

Il ritorno segue lo stesso itinerario.

(Fonte: www.valgerolaonline.it)

Morbegno – Valle

PARTENZA: Morbegno

ARRIVO: Valle

DISLIVELLO: +570 m

DIFFICOLTÀ: T (turistica)

DURATA: 1 h 10 min

Da Morbegno, salendo per la via Priula e seguendola per tutto il suo percorso, si giunge al piccolo abitato di Valle.

Ideale per una passeggiata rilassante immersi nella natura. Se siete più atletici e questo percorso non fosse sufficiente a soddisfare la vostra voglia di Orobie, vi consigliamo di percorrere a ritroso il percorso Morbegno Arzo Pitalone Valle, che vi riporterà sempre a Morbegno ma con una camminata decisamente più lunga e soddisfacente.

Lago di Trona + Lago Zancone

PARTENZA E ARRIVO: Pescegallo

DISLIVELLO: 500 m

DURATA: 2 h

DIFFICOLTÀ: E (escursionistica)

I laghi di montagna sono – ognuno – unico e particolare e molto diversi, anche se vicini, sono il Lago di Trona (M 1805), oggi una diga, e il Lago Zancone (M 1957), un laghetto alpino con acqua limpida.

Il punto di partenza è Pescegallo, con il comodo parcheggio (M 1473). Il sentiero numero 14 inizia nei pressi di una baita sulla sterrata che procede verso ovest. Il percorso entra in un bosco fitto, poi in una radura più rada e pianeggiante e sale quindi il tratto più ripido della camminata. Il tracciato è quasi pianeggiante nel passaggio sotto il Pizzo del Mezzodì. La prima tappa – il Lago di Trona (M 1805) – è dopo una breve discesa. Il Lago Zancone è a circa 20 minuti di cammino, seguendo le tracce sulle sponda di sinistra, oppure tornando sul sentiero numero 14.

Il ritorno segue lo stesso itinerario.

(Fonte: www.valgerolaonline.it)

Giro dei Laghi

PARTENZA E ARRIVO: Pescegallo

DISLIVELLO: 1100 m

DURATA: 6 h

DIFFICOLTÀ: E (escursionistica)

La natura è la protagonista del Giro dei Laghi. Il percorso – in un raro ambiente di alta montagna – raggiunge, in ordine, i laghi Trona, Inferno, Rotondo, Zancone e regala incontri con la fauna più tipica, come gli stambecchi; ma c’è anche un elemento più umano: le tracce delle miniere di ferro, in passato tra le economie di questa valle.

Il giro inizia dal parcheggio di Pescegallo (M 1473) e segue la pista in piano – verso ovest – per raggiungere il sentiero che sale nel bosco con le indicazioni per il Lago di Trona / sentiero numero 148. Il percorso – senza mai deviare – raggiunge la diga, che è a quota 1805 metri slm, in circa 1 ora e 30 minuti. Il Lago di Trona è di origine glaciale; è dai primi anni ‘40 una fonte di energia elettrica. La diga è da superare lungo il passaggio sul muro, poi è da seguire la traccia che – nei pressi di una baita – risale la pietraia, con i resti di antiche miniere, verso il Lago Inferno (M 2072). Il bacino artificiale è tra il Pizzo di Trona (M 2510), il Pizzo dei Tre Signori (M 2554) e il Pizzo Varrone (M 2325). Il percorso prosegue oltre la diga per raggiungere la bocchetta di Varrone (M 2130) e – da qui – seguire il sentiero verso sinistra lungo la sponda del lago. La traccia per la Bocchetta d’Inferno (M 2306) è tra le rocce, che sono le protagoniste di questo paesaggio, e prosegue su una traccia ripida per la sella a quota 2457 metri slm. In vista – più in basso, sotto il Pizzo di Trona – c’è il Lago Rotondo (M 2254). La discesa è ripida ed è quindi da prestare molta attenzione per il terreno instabile. Il lago – in una conca – è di un blu intenso; intorno solo la roccia grigia e qualche ciuffo di erba. Il percorso prosegue lungo il sentiero numero 14, che scende in Valle di Trona per il LAGO ZANCONE (M 1957), un laghetto verde acqua; ci sono alcuni massi – nel mezzo – come isolotti. Lì seguire il sentiero per il Lago di Trona e – quindi – seguire il sentiero numero 148 che torna a Pescegallo, il punto di partenza.

(Fonte: www.valgerolaonline.it)