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Percorso delle sculture di Dossa

In Valgerola c’è una passeggiata tra castagneti che vi farà scoprire una mostra scolpita nella roccia e un’affascinante abbazia millenaria.

Potrebbe essere un’idea per concedersi una mezza giornata rigenerante nella natura e scoprire due tesori a cielo aperto dell’ Ecomuseo della Valgerola custoditi nel territorio del comune di Cosio Valtellino:

  • I massi scolpiti di Dossa
  • L’abbazia cluniacense di Vallate.

È un’escursione adatta a grandi e piccini.

Il percorso si snoda per 3,5 km (a tratta) con un dislivello di 250 metri lungo su un selciato facile.

Si lascia la macchina al primo tornante della strada della Valgerola e si imbocca la stradina asfaltata per il borgo di Dossa, superato il quale si prosegue su mulattiera sterrata in discesa fino a Vallate.

I massi scolpiti di Dossa sono dei bassorilievi realizzati a grandezza naturale nella roccia dallo scultore Angelo Gabriele Fierro (classe 1941) e raffiguranti per lo più scene religiose che sembrano dare vita alle rocce stesse.

La chiesa e il monastero dei santi Pietro, Paolo e Maiolo, meglio conosciuta come Abbazia di Vallate, sorgono in una radura del bosco dove nel corso dell’undicesimo secolo è stato costruito questo complesso. Oggi è possibile ammirare la torre campanaria, che svetta sopra la chioma delle piante, e una porzione significativa della Chiesa, finemente realizzata in blocchi di pietra locale di misura e colorazioni diverse e impreziosita da decori che non passano inosservati.

Testo di Musei della Valgerola – autrice Veronica Maccani.

San Martino – Val di Mello

PARTENZA: San Martino

ARRIVO: Val di Mello

DISLIVELLO: +100 m

DIFFICOLTÀ: T (turistica)

DURATA: ca. 20/30 min

Da Infopoint: Partendo dall’infopoint di San Martino si prende la via che porta alla Chiesa di San Benedetto. Dopo averla superata si trova l’imbocco del sentiero sulla sinistra. Da qui si arriva alla Val di Mello.

Da Campo Sportivo: Partendo dal parcheggio del campo sportivo si trova l’inizio del sentiero sulla destra prima del ponte. Arrivati al parcheggio in Val di Mello si può proseguire fino in fondo alla vallata.

Alpe Scermendone

PARTENZA: Buglio in Monte/Our di Cima

ARRIVO: Alpe Scermendone

DISLIVELLO: +715 m

DIFFICOLTÀ: T (turistica)

DURATA: 2 h

Il lungo dosso che, alle spalle del paese di Buglio in Monte, si snoda dalla Punta Mercantelli (2070 m) alla Cima Vignone (2608 m) è conosciuto col nome di Scermendone.

Posto a cavallo tra la Valtellina e la Valle del Sasso Bissolo (Val Masino), la felice esposizione consente una rapida scomparsa del manto nevoso e rende la zona adatta a passeggiate in tutta tranquillità, senza arrancare nella neve, ma tuttavia con la possibilità di raggiungere una quota superiore ai 2000 metri.

Da Buglio in Monte si giunge con la vettura sino al maggengo di Our di Cima (1415 m) ottima base di partenza per diverse escursioni.

Si va infatti da quella più semplice sino all’Alpe Granda (40 minuti), alla passeggiata attraverso le località “Merla” e “Verdel” di indubbio valore naturalistico, alla più lunga salita all’alpe Scermendone e alla chiesetta di San Quirico (2130 m – circa 2 ore).

Nelle vicinanze della chiesetta (2131 m) il comune di Buglio in Monte ha attrezzato una baita nella quale, in caso di maltempo, è possibile ripararsi.

La vista che si gode da qui è veramente eccezionale: a nordest spicca imponente la mole del Monte Disgrazia e il gruppo dei Corni Bruciati, a nord, in secondo piano, le cime della Val Masino; a sud si apre la Valtellina con un impressionante colpo d’occhio che percorre tutte le Alpi Orobie, dal Monte Legnone sino al gruppo dell’Adamello.

Poira di Civo – Bivacco Bottani-Cornaggia

PARTENZA: Poira di Dentro (Civo)

ARRIVO: Bivacco Bottani Cornaggia

DURATA: (andata) 3 h 30 min.

DIFFICOLTÀ: E (Escursionisti)

Per gli amanti dei panorami, l’escursione al Bivacco Bottani Cornaggia permette di osservare la Valtellina, da Sondrio al Lario, e le Valli del Bitto.

Da Poira di Dentro (1077 m) si risale l’assolato versante che precede le baite di Prà Sücc. Oltre il limite degli alberi il percorso si addolcisce, fiancheggiato a sinistra dai Tre Cornini. Dall’Alpe Visogno (2003 m), tra grandi rocce modellate da antichi ghiacciai, si volge gradualmente a destra fino al Bivacco Bottani Cornaggia (2327 m).

Laghi di Porcile

PARTENZA: Arale (Val Lunga, Tartano)

ARRIVO: Lago di Sopra

DISLIVELLO: +600 m

DIFFICOLTÀ: E (Escursionistica)

DURATA: ca. 2 h

Itinerario

Il punto di partenza è in Val Lunga (la valle a sinistra rispetto al centro abitato di Tartano), nei pressi della contrada Arale, quando la strada termina in località Scesure ed inizia, in prossimità di un tornante, il sentiero numero 112.

Siamo circa a quota 1500 m; qui il percorso attraversa un bosco di conifere e, poi, una serie di prati, con i muretti a secco, barek in dialetto, che una volta delimitavano le porzioni di pascolo e oggi raccontano il passato agricolo-pastorale della Val Tartano.
Superata la Baita Bianca, si attraversauna passerella in cemento sul torrente della Val Dordonella e una serie di tornanti in un fresco sottobosco. In sottofondo il mormorio delle acque del torrente Tartano, che scendono a valle, e che, poco sopra, sono da attraversare su un percorso di sassi nella piana con la Casera Porcile (1803 m),
Un bel prato in pendenza, fiorito con la bella stagione, accompagna verso la Baita Lares.

Al bivio seguire sul sentiero di sinistra.
Il percorso, indicato con i segnavia bianco-rossi, risale su roccia e sentiero, tra cespugli e pochi larici, sino a raggiungere – dopo un pianoro – il primo lago, a quota 2005 metri, detto “Piccolo”.
In sequenza, il dislivello è modesto, ci sono, ognuno in una sua conca, il lago “Grande” (2030 m) e poco più su, seguendo la segnaletica, il lago “di Sopra” (2095 m).

Il punto panoramico

Il sentiero 101, indicato da un cartello a pochi metri dal terzo lago, passando sui massi di una ganda raggiunge la cresta e il Passo di Tartano (2108 m slm). È su questa linea di confine tra la provincia di Sondrio e la provincia di Bergamo che, con lo sguardo verso la Val Tartano, c’è la migliore visuale sui laghi di Porcile.

E in inverno…

Per chi ha desiderio di raggiungere i laghi di Porcile in inverno, con le ciaspole o gli sci, c’è la guida “Val Tartano: tutte le cime con gli sci” di Roberto Ganassa, fotografo ed appassionato di montagna, edita da Beno Editore.

(Fonte: www.amolavaltellina.eu)

Cammino Mariano delle Alpi

Il Cammino Mariano delle Alpi è un progetto di grande valenza religiosa, culturale e turistica che nasce con l’obiettivo di realizzare un itinerario di trekking che, attraverso la Valtellina e toccando alcuni luoghi di culto mariano della provincia di Sondrio, conduca fino al Santuario della Madonna di Tirano.

L’itinerario prevede due vie di percorrenza:

  • la Via Occidentale, da Piantedo a Tirano, con una lunghezza complessiva di 91 km (completamente fruibile dalla primavera 2022)
  • la Via Orientale da Bormio a Tirano, di 66 km, in fase di progettazione.

La Via Occidentale, in particolare, può essere suddivisa in 5 tappe:

  • Piantedo – Morbegno
  • Morbegno – Berbenno
  • Berbenno – Sondrio
  • Sondrio – Teglio
  • Teglio – Tirano

Il percorso si innesta su altre reti di sentieri e percorsi, in primis la Via dei Terrazzamenti che rappresenta la zona più tipica del paesaggio valtellinese, caratterizzata dai terrazzamenti vitati ma anche da edifici storico artistici, civili e religiosi, di notevole pregio e interesse, fortemente rappresentativi e carichi di valore simbolico.

Si consiglia di percorrere il percorso da marzo a novembre; non si garantisce la fruibilità del sentiero nei restanti mesi.

I cartelli che segnalano il percorso si distinguono grazie alla presenza del logo ufficiale: il marchio è azzurro su sfondo bianco con dicitura “CAMMINO MARIANO DELLE ALPI”. Lungo il percorso si trovano anche cartelli di colore marrone con il logo bianco su sfondo azzurro del Cammino mariano e il simbolo del pedone.

Via Priula

Morbegno – Cà San Marco

PARTENZA: Morbegno – Piazza Marconi già “Piazza Tre Fontane” (262 m)

ARRIVO: Cà San Marco (1830 m)

DISLIVELLO: ca. 1700 m (quota massima: Passo San Marco 1992 m)

DIFFICOLTÀ: E (escursionistica)

PERIODO CONSIGLIATO: da giugno a settembre

UN PO’ DI STORIA

La Via Priula, diversamente da altre vie storiche alpine, non sorge su un preesistente tracciato romano, ma venne realizzata ex-novo e fin da subito con l’intenzione di collegare Bergamo a Morbegno. Perché dunque, vi chiederete, si osò addirittura sfidare le Orobie per mettere in comunicazione le due città? Siamo sul finire del XVI secolo, Bergamo è possedimento veneziano già dal 1428, mentre Morbegno, come tutta la Valtellina e la Valchiavenna, è dal 1512 sotto il dominio della Repubblica delle Tre Leghe, l’attuale cantone elvetico dei Grigioni. Grigionesi e Veneziani sono alleati, ma entrambi non hanno buoni rapporti con gli Spagnoli, i quali, padroni di Milano, controllano anche le antiche vie che risalendo il Lario conducono ai passi alpini. Tra il 1592 e il 1593, per volontà di Alvise Priuli, podestà veneziano di Bergamo, venne quindi realizzata la via che da lui prende il nome, la “Priula”. Il tracciato venne scelto dopo attenti studi, con l’obiettivo di individuare il percorso più dolce e agibile che avrebbe consentito un collegamento diretto tra possedimenti veneziani e grigionesi, evitando così i dazi spagnoli. Il “vincitore” fu il valico che venne per l’occasione battezzato “Passo San Marco”, dove, ai suoi 1991 m, si incontrano la bergamasca Val Brembana e la valtellinese Valle del Bitto di Albaredo. Il tracciato completo parte da Porta San Lorenzo a Bergamo, risale la Val Brembana attraversando Zogno, San Pellegrino, San Giovanni Bianco, Piazza Brembana, Olmo e infine Mezzoldo, dopo il quale, con un dislivello di ca. 1000 m, si raggiunge il passo. Da qui si discende per la Valle del Bitto, incontrando prima il borgo di Albaredo per San Marco, e, non molto dopo, Morbegno. Giunti a questo punto, mercanti e merci potevano proseguire verso nord attraverso i passi della Val Malenco o della Valchiavenna, quest’ultima direttamente collegata alla Bassa Valtellina tramite la “Strada dei Cavalli”.

DESCRIZIONE DEL TRACCIATO “MORBEGNO – CA’ SAN MARCO”

L’intero percorso da Morbegno alla Cà San Marco comporta un dislivello importante con uno sviluppo di quasi 20 km, per cui, specie per gli escursionisti non particolarmente allenati, può essere conveniente spezzarlo in due tronconi: da Morbegno ad Albaredo per San Marco e da Albaredo alla Cà.

Qui di seguito si descrive il tragitto completo.

Si parte da Piazza Marconi e, seguendo l’indicazione del cartello della Via Priula, si sale lungo la stretta Via San Marco. Subito dopo il palazzo Malacrida la strada si restringe per diventare una ripida mulattiera con fondo sassoso.

Seguendo i frequenti cartelli si raggiunge il Tempietto Votivo, superato il quale si incrocia due volte la strada provinciale. A questo punto la mulattiera si amplia e a tratti presenta un fondo lastricato; lambisce vecchie baite e maggenghi sino alla località Campiàa (letteralmente Campo Piano, 572 m). Si oltrepassa il “Gisöö de Mezzavia” (Chiesetta di Mezzavia) e, dopo un paio di tornanti, si abbandona la strada e si prende il sentiero che si stacca a destra dal tornante in direzione di Valle, che si raggiunge in una ventina di minuti.

Si segue la strada provinciale sino a Campoerbolo dove, oltrepassato il lavatoio, si riprende a destra la vecchia mulattiera che si percorre ininterrottamente sino ad Albaredo (900 m).

Si raggiunge agevolmente la Piazza San Marco, centro del paese, conclusione della prima tappa e luogo ove sostare per rifocillarsi e passare un po’ di tempo per una visita al paese, alla latteria sociale per degustare il famosissimo formaggio Bitto e alla chiesa dedicata a San Rocco (bel dipinto di Giuseppe Kauffmann rappresentante Madonna con Bimbo e Santi).

Si riprende la via e si attraversa tutto il paese; poco dopo le ultime case la mulattiera si impenna con un tratto acciottolato, localmente noto come “Grisciun”, per riprendere ben presto pendenze più dolci. Il percorso si snoda tra prati, piccoli nuclei antichi, baite isolate e basse costruzioni dalle quali sgorgano fresche acque. Sono queste le ben note “bedulère”, piccoli edifici con muri a secco nei quali burro e formaggi venivano tenuti al fresco.

Oltrepassata la chiesetta della Madonna delle Grazie (“Madonnina”), dalla quale si ha una bella vista della vallata e dell’antistante maggengo denominato “Dosso Chierico”, la strada scende decisamente sino ad attraversare la fresca Valle di Lago. Da questo punto l’ambiente cambia decisamente e l’abete si sostituisce alle latifoglie.

Ci si porta in piano alla Valle di Pedena che si attraversa su un ardito ponticello e da qui si sale sino alle prime case del “Dosso Chierico”. La mulattiera risale l’ampio prato, passando davanti alla chiesetta di Santa Chiara e raggiunge il gruppetto di antiche baite da dove la vista spazia giù per la valle sino a Sacco, primo nucleo abitato della Val Gerola.

Si lasciano i prati e ci si inoltra nella vasta abetaia posta sul fianco destro della valle. Il percorso all’ombra degli abeti, anche se gradevole, è piuttosto lungo ed è quindi con un certo sollievo che si sbuca sui verdi pascoli di Orta Soliva (circa 1700 m).

La strada conduce in lieve discesa al fiume; attraversatolo si inerpica prima sul pascolo e poi sul costone con tornanti sempre più stretti e sempre più ripidi, quasi a formare una vera e propria scalinata (Scale d’Orta).

Dalla sommità del costone il Passo dista una quindicina di minuti. La discesa alla vecchia Cantoniera di San Marco (Cà San Marco) inizia tra i resti delle casematte della linea Cadorna, su una strada ben acciottolata, e presenta una buona vista sulla sottostante Valle Brembana e sul lago artificiale di Val Mora (lach de Pultranga).

Alpe Legnone

PARTENZA: Delebio – centrale loc. Basalùn (inizio strada militare)

ARRIVO: Alpe Legnone

DISLIVELLO: +1470 m

DIFFICOLTÀ: E (escursionistica)

DURATA: 3 h 30 min

Possibilità di accorciare il percorso a solo 1 h 30 min salendo in auto lungo la strada agro-silvo-pastorale da via Casale fino al maggengo di Piazza Calda.

Da Delebio in corrispondenza della centrale elettrica posta contro montagna, si sale lungo la vecchia mulattiera militare appartenente alla “Linea Cadorna” della Grande Guerra, ancora selciata. Passato il tempietto degli alpini, si giunge in loc. Canargo e Osiccio; proseguendo lungo la strada agro-silvo-pastorale si arriva al maggengo di Piazza Calda (seguire segnaletica per rif. Legnone). Superaro l’ultimo gruppo di case, si prende il sentiero che sale a destra in un bosco di abeti fino a sbucare nel pascolo dell’Alpe Legnone dove si trova la Capanna sociale Baitone di Legnone (rifugio gestito dalla ProLoco con area pic-nic con acqua e tavoli).

La Via dei Terrazzamenti

PARTENZA: Morbegno

ARRIVO: Il percorso arriva sino a Tirano, ma è possibile fermarsi o partire in qualsiasi punto del tracciato

DISLIVELLO: +400 m (massimo)

DIFFICOLTÀ: T (turistica)

La Via dei Terrazzamenti è il percorso ciclopedonale lungo 70 km che collega Morbegno a Tirano, la Bassa e la Media Valle, ad una quota compresa tra i 300 e i 700 metri, sulla mezza costa retica, la zona più tipica del paesaggio valtellinese, che si caratterizza per la presenza dei terrazzamenti vitati e di un patrimonio culturale di valore con chiese, alcune di grandi dimensioni, che racchiudono opere d’arte d’interesse, soprattutto intaglio ligneo e affreschi rinascimentali e barocchi.

La Via dei Terrazzamenti attraversa le aree terrazzate toccando luoghi di culto, siti preistorici, cantine rurali, agriturismi, antichi borghi. È fruibile a piedi o in bicicletta, sia integralmente sia per tratti tra loro collegati con mezzi pubblici, anche da persone con differente abilità, ed è arricchita da servizi e informazioni che si trovano nelle 40 aree di sosta che punteggiano il percorso.

Val Fabiòlo: Sirta-Alfaedo-Somvalle

PARTENZA: Forcola fraz. Sirta

ARRIVO: Somvalle

DISLIVELLO: +1151 m

DIFFICOLTÀ: E (escursionistica)

LUNGHEZZA: 5,83 km

Percorrendo la strada provinciale 16 dalla rotonda del Tartano verso Sondrio sulla destra, in corrispondenza del ponte di Sirta, si trova un parcheggio gratuito della capienza di 20 automobili. Da qui, si sale fino a raggiungere la Chiesa di San Giuseppe, ben identificabile grazie alla maestosa cupola e, dietro di essa sulla sinistra, si trova la Latteria Sociale. A questo punto, sulla sinistra si trova l’imbocco del sentiero.

Costeggiando l’incombente parete rocciosa della Caurga, la mulattiera sale rapidamente il versante orientale del territorio montano di Forcola.

Il sentiero collega in sequenza tutti i maggenghi di valle fino ad Alfaedo, nucleo principale in cui storia e natura si fondono come testimoniano le due chiese (XIV e XVIII secolo) contestualizzate in un ambiente naturale e architettonico dal fascino unico, il tutto circondato dalla magnifica vista sulla media Valtellina.

Continuando il percorso, la natura si fa via via più caratterizzante la quota altimetrica (900 m) finché, dopo aver attraversato una parte dell’estesa pineta che giunge all’alpe Dassola, oltrepassata una bocchetta, improvvisamente la vista si apre sui prati dai quali si staglia la “Casa Rotonda”, edificio unico nel suo genere.

Il sentiero torna poi a scendere per riportarsi in val Fabiòlo passando per la Motta, maggengo in posizione quasi speculare al maggiore nucleo di Sortila. Tornando a risalire la valle in compagnia del torrente Fabiòlo, in poco tempo si raggiungono le case della antica frazione Sponda, a nord di Somvalle, meta dell’escursione.

(Ulteriori info e dettagli su www.forcolaweb.com)