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Autore: Infopoint

Chiesa di San Domenico

Cosio Valtellino – Frazione Regoledo – Via San Domenico

Il piccolo Oratorio di San Domenico occupa una posizione di tutto riguardo, è collocato in un luogo elevato, nella parte più vecchia del paese. L’edificio è addossato alla montagna, con la roccia viva che incombe verticale e scura, a tratti ricoperta di vegetazione. La chiesa sorge direttamente sulla pietra, con forte valore simbolico.

L’edificio si presenta come una struttura composta in cui si aggregano la chiesetta documentata già nel 1328, una sacrestia con un campanile del 1700 e un porticato risalente agli inizi del 1900.

I documenti sono avari di notizie relative all’edificio, si sa che un eremita, Domenico da Pisa, lo aveva scelto e aveva fatto quel poggio suo luogo di preghiera e di meditazione dove morì in fama di santità attorno al 1445.

Entrare in chiesa riserva un’esperienza sorprendente, un ciclo di affreschi, risalenti al 1514, occupano la parte absidale, una pregevole pala d’altare di Ippolito Borghese datata 1617 raffigura la morte del Beato Domenico e una nicchia nella parete addossata alla montagna ricorda il luogo dove sono state ritrovate le sue ossa.

“Per molte notti fu visto grande splendore, poi si trovò quel beato corpo”

Attrattiva aperta al pubblico e visitabilesaltuariamente in occasione delle messe. 

Santuario di Valpozzo

L’origine del santuario di Santa Maria delle Grazie e del Suffragio, in Valpozzo a Piantedo, non è documentata. La località Valpozzo o Valputeo ricorre in numerosi documenti del secolo XVI e, probabilmente, deve il  suo nome alla famiglia dei Valpozzo. Si stabilirono in quella zona, chiamata anche Bögia per la conformazione del terreno, fin dall’inizio del Cinquecento. Fino a tre anni fa il santuario, collocato all’inizio del cammino mariano che conduce a Tirano, era la tappa finale del sentiero del Viandante che oggi prosegue fino a Morbegno.

L’edificazione del primitivo edificio si potrebbe collocare nel XV secolo. A tale periodo risale l’antico affresco del presbiterio che ricorda il fatto miracoloso: l’apparizione della Vergine Maria a un abitante di Piantedo e la sua salvezza dall’agguato di alcuni briganti.

L’edificio è ad una sola navata, la zona absidale con volta a crociera è affrescata con dipinti che raffigurano i quattro evangelisti, l’apparizione della Madonna e la discesa dello Spirito Santo su Maria e sugli apostoli. Sulla parete di fondo è presente l’antico affresco della Madonna di Valpozzo con Gesù Bambino benedicente, attorniata da due santi.

Il campanile che ora svetta all’imbocco della Valtellina viene eretto al termine della Grande Guerra per adempiere a un altro voto alla Madonna fatto nel 1917. La Valtellina corre il pericolo di diventare zona di operazioni militari e la popolazione rischia l’evacuazione. L’invasione nemica risparmia la valle. Il popolo vede una particolare protezione divina anche nel numero dei caduti in combattimento, che è esiguo rispetto ai paesi vicini. La febbre spagnola, poi, miete poche vittime. Ecco allora che, al termine del disastroso conflitto, la quarta domenica di ottobre, quando tutti sono scesi dagli alpeggi, si celebra la prima festa del Ringraziamento. Il 26 ottobre 1919 tutto il paese è in festa e anche dai paesi vicini, Delebio, Andalo, Rogolo, Colico S. Bernardino e Colico S. Giorgio, giungono persone in processione. Il mattino si celebra la messa solenne e il pomeriggio si cantano i vespri, seguiti da un lungo corteo attraverso le vie del paese. Proprio in quell’occasione viene deposta la prima pietra del futuro campanile, ultimato nel 1924.

Attrattiva aperta al pubblico e visitabile  su richiesta al parroco al termine delle cerimonie religiose.

Abbazia di San Pietro in Vallate

A poca distanza dal villaggio di Piagno, comune di Cosio Valtellino, si trovano i resti del Priorato di San Pietro in Vallate dedicato ai Santi Pietro, Paolo e Maiolo.

In posizione pittoresca, dove la vegetazione di castagni e robinie forma uno slargo, dell’antico complesso rimangono il basso campanile, l’abside e parte del muro meridionale della chiesa assieme ad alcuni avanzi di un edificio adiacente.

Il Priorato di San Pietro in Vallate, risalente al sec. XI, dopo un iniziale periodo di sviluppo diventò una dipendenza di Piona per poi subire un lento declino che lo accompagnò sino alla completa soppressione in epoca napoleonica.

Il campanile è un tipico esempio di architettura valtellinese: basso, dalla possente pianta quadrata, con copertura piramidale in fitte piode e quattro ampie bifore sovrastate da archetti pensili.

L’elegante abside semicircolare all’esterno è suddivisa in quattro settori, delimitati da agili semi-colonnine, dove s’aprono tre finestrelle ad arco, a doppio sguancio.

Di rara bellezza sono le fasce decorative: lo zoccolo con due file di cunei a dente di sega e il sottogronda con due file di cunei a zig zag e una fila a dente di sega.

Nella possente parete meridionale si apre un’apertura fornita di architrave, sormontata da un arco a tutto sesto che delimita una lunetta originariamente affrescata.

Le dimensioni interne sono esigue: la navata principale è lunga 20 metri e larga 5, mentre lo spazio adiacente era forse un oratorio o una cappella.

Una recente campagna di scavi, a nord della chiesa, ha riportato alla luce i muri di quello che doveva essere l’edificio adibito a dimora dei monaci, con tutti i servizi annessi: deposito, cucina, celle…, anche se resta valida l’ipotesi che il monastero vero e proprio fosse localizzato vicino all’abitato di Piagno.

Come raggiungere

L’Abbazia di Vallate è raggiungibile con una breve e facile passeggiata dall’abitato di Piagno (Cosio Valtellino). Potete parcheggiare in prossimità della chiesa dei SS. Gervasio e Protasio, oppure in un parcheggio più piccolo all’incrocio tra via Grande e via Chiesa, nei pressi di un piccolo ponte. Risalite dunque via Chiesa se avete scelto la prima opzione fino ad incontrare il secondo parcheggio, attraversate il piccolo ponte e da qui risalite ancora di pochi metri via Grande fino ad incontrare le indicazioni per “Abbazia di Vallate” poste sul muro di una casa alla vostra sinistra. Seguendo le indicazioni e proseguendo su una mulattiera raggiungerete l’Abbazia con una camminata di 5-10 min che presenta un dislivello minimo.

Chiesa di San Giovanni di Bioggio

Sita a 691 m, su un poggio boscoso al di sopra di Traona e ad occidente del vallone di San Giovanni che la separa da Mello, la chiesa di San Giovanni di Bioggio emerge con la sua candida facciata da un fitto castagneto che si apre quasi a formare un un ampio piazzale erboso. Documentata nel 1428, ma già esistente almeno due secoli prima, l’edificio fu ampliato nel ‘600. Oltre agli arredi, si segnala nell’antica abside il ciclo di affreschi firmato da Sigismondo de Magistris di Como e datato 1522: nella calotta absidale è raffigurato il Cristo Pantocratore affiancato dai quattro evangelisti; sulle pareti S. Fedele e le storie del Battista.

Chiesa di San Fedele

La chiesa di San Fedele, protomartire ai tempi delle persecuzioni di Diocleziano e Massimiano Erculeo ed evangelizzatore della Chiesa di Como, è situata a Mello.

L’abside, rivolta a oriente, testimonia l’origine antica dell’edificio, che venne totalmente riedificato agli inizi del secolo XVIII.

La facciata semplice ed armoniosa si affaccia su un bel sagrato. All’interno, le cappelle sono arricchite da pregevoli tele di Carlo Innocenzo Carloni, uno dei più significativi esponenti della pittura rococò a livello europeo. Dello stesso artista sono le scene che decorano il coro, incorniciate, a loro volta, dalle eleganti quadrature di Giuseppe Coduri. La volta, invece, presenta affreschi del delebiese Eliseo Fumagalli (sec. XX).

La chiesa di San Fedele è impreziosita da marmi, opere di intarsio e lavori di oreficeria, per lo più dono degli abitanti emigrati, in particolare a Roma.

Chiesetta di San Bernardo

Fiore all’occhiello della frazione Civo Centro, la suggestiva chiesetta di San Bernardo è immersa nel verde di un ampio pianoro. E’ un punto di attrazione durante tutto l’anno, anche in inverno quando il sole scalda e illumina la Costiera dei Cech. La mulattiera che conduce alla chiesetta è facilmente percorribile sia a piedi sia in mountain bike. Al visitatore che si fermerà a bere alla fontanella e a riposarsi sulla panchina posta sul sagrato, sembrerà di essere affacciato su una terrazza e il panorama sul fondovalle non ha davvero eguali.

Chiesa di San Giacomo di Roncaglia

Al fondo di uno dei più suggestivi sagrati di tutta la provincia si erge l’imponente facciata barocca della chiesa prepositurale di San Giacomo di Roncaglia, dedicata appunto a San Giacomo Apostolo.

Venne edificata al posto della precedente quattrocentesca, parimenti dedicata all’apostolo Giacomo e quasi completamente abbattuta.

L’ampio sagrato presenta sui due lati quattordici cappelle affrescate con gli episodi della Via Crucis da Giovanni Antonio e Giuseppe Antonio Torricelli da Lugano (sec. XVIII).

L’aula è a navata unica con volta a botte, con presbiterio e abside poligonale; ai lati si aprono sei cappelle poco profonde. Volta, presbiterio e cappelle sono decorate con stucchi di Agostino Silva e affreschi di Pietro Bianchi.

La prima cappella a sinistra ha un’interessante pala d’altare rappresentante la Madonna con Bambino e San Filippo Neri, opera di Carlo Innocenzo Carloni (1686 – 1755), del quale si possono ammirare le splendide pale d’altare e gli affreschi dell’abside nella chiesa parrocchiale di Mello.

La chiesa di San Giacomo possiede anche altre interessanti opere d’intaglio ligneo: oltre ai pregevoli stalli del coro, sono di buona fattura due confessionali (sec. XVIII), il pulpito e l’organo.

Le generose donazioni degli abitanti emigrati a Roma, Milano e nelle Americhe la arricchirono inoltre di argenteria, arazzi e stendardi.

Della vecchia chiesa, tra la parete dell’abside, la sagrestia e il muro perimetrale rimane un piccolo vano nel quale sono venuti alla luce alcuni affreschi: vi si vedono i resti di una Crocifissione e di una Madonna con Bambino e sette di nove pannelli raffiguranti le Storie di San Giacomo.
Queste opere, in stile tardo-gotico, presentano analogie stilistiche con quelli dell’oratorio S. Andrea e con gli affreschi posti sulla parete esterna di casa Camero di Civo, e sono testimonianza di un’intensa religiosità popolare oltre che del forte legame, sia spirituale che civico, esistente tra le chiese e le comunità di Civo e Roncaglia, che, per lungo tempo, costituirono un’unica parrocchia.

Chiesa dei Santi Marco, Colombano e Gregorio

La chiesa dei Santi Marco, Colombano e Gregorio è la chiesa parrocchiale di Mantello. Essa sorge isolata dal paese, rivolta a sud e preceduta da un breve viale. Fu più volte restaurata e ingrandita. Ha una facciata ampia, con un portale in granito di stile barocco, sormontato da un affresco del Settecento raffigurante San Marco. A sinistra della chiesa, ma staccato da essa, sorge un alto campanile in pietra viva terminato nel 1775. L’interno è a una sola, ampia navata, con due cappelle laterali delimitate da eleganti balaustre in marmi di vari colori.

Nel presbiterio spicca l’altare maggiore in marmo nero con decorazioni floreali ad intarsio e una grande ancona-ciborio, dorata e policromata, ma mutilata da furti vandalici. Sui due lati del presbiterio sono disposti dei banconi corali in legno intagliato del XVIII secolo, mentre nella sagrestia c’è un grande armadio in noce intagliato e scolpito.

Sulla parete di destra c’è un monumentale confessionale a forma di trifora, con sculture e intagli, anch’esso danneggiato dai ladri che hanno sottratto angioletti e festoni.

Chiesa di Sant’Andrea Apostolo

La chiesa di Sant’Andrea Apostolo, di antiche origini, fu ricostruita in forme barocche dopo un rovinoso incendio, conservando l’antica abside, ubicata dietro la nuova. Quest’ultima divenne l’oratorio della Confraternita del Santissimo Sacramento.

Il tempio domina il pianoro tra Civo e la chiesetta di San Bernardo. L’interno è a navata unica con tre cappelle arricchite dagli stucchi di Agostino Silva e dipinte da Pietro Bianchi.

Una porticina, posta a sinistra dell’altare maggiore, dà accesso al piccolo locale dalle pareti interamente ricoperte da affreschi, di scuola lombarda, risalenti al periodo a cavallo tra i secoli XV e XVI.

Un arco a sesto acuto, sul quale sono rappresentate le Virtù Teologali e Cardinali, delimitava il presbiterio della vecchia chiesa. All’interno, sulla destra (parete sud), una Natività con Adorazione dei Magi; sulla parete di fondo (est) è dipinta un’affollata Crocefissione, oltremodo interessante per la ricca e completa iconografia. Le Storie di S. Andrea si sviluppano sulla parete nord (sinistra) su otto riquadri, mentre sulla lunetta soprastante è rappresentata la Chiamata di Andrea al Lago di Genezaret. La volta a crociera è divisa in quattro vele simmetriche, nelle quali troviamo raffigurate: L’Incoronazione di Maria, L’Assunzione della Vergine e, suddivisi tra le restanti due vele, I Quattro Dottori della Chiesa.

Chiesa di San Bartolomeo

La chiesa di San Bartolomeo si trova nella frazione di Caspano a Civo. Sorge su un’antica e bella piazza con abitazioni dai bei portali rinascimentali. Ha origini remote, tra il XII e il XIII secolo. I lavori che gli conferirono l’attuale aspetto vennero svolti tra il XVII e il XVIII secolo.

La facciata è tra le più belle del Settecento valtellinese. Essa rimanda a certi edifici sacri romani dell’età barocca e fu realizzata tra il 1730 e il 1738 da maestri ticinesi. L’interno ricco e fastoso presenta un’ampia navata su cui si affacciano otto cappelle riccamente decorate. Tra i tanti capolavori ricordiamo anche l’apparato scultoreo del Compianto sul Cristo morto dei fratelli De Donati e la splendida ancona lignea con la Resurrezione di Lazzaro di Alvise De Donati. Da segnalare anche le numerose opere di Giacomo Parravicini detto il Gianolo, nativo proprio di Caspano.

Di ottima fattura l’ancona in legno intagliato, scolpito dorato e policromo in forma di prospetto, a tre piani, che rappresenta delle scene della vita di S. Bartolomeo.

Da osservare con particolare attenzione anche la seconda cappella. Qui è collocata un’altra ancona lignea dorata e policromata a forma di elegante arco dove è rappresentata la Resurrezione di Lazzaro. La chiesa presenta anche opere di E. Fumagalli del sec. XXI, nella volta e nella controfacciata.

Il portico panoramico che si trova sul lato sud dell’edificio vi sorprenderà per il silenzio che regna e i vostri occhi potranno anche ammirare una vista unica su tutta la bassa e media Valtellina.

Bella e interessante anche la piazza antistante, che è stata recentemente restaurata e da dove si può ammirare la facciata barocca della Chiesa di San Bartolomeo.