PARTENZA: Strada provinciale del Passo San Marco Km 15,100 (1370 m)
ARRIVO: Alpe Piazza (1830 m)
DISLIVELLO: +460 m
DIFFICOLTÀ: Facile
Ciaspolata adatta a tutti che garantisce una vista meravigliosa su Alpi Retiche e Orobie. Raggiunto il paese di Albaredo per San Marco, si prosegue sulla strada provinciale che conduce al Passo San Marco (chiuso nella stagione invernale) fino al km 15,000, posteggiando dove c’è la deviazione per il Rifugio Alpe Piazza. Da qui si prende prima la strada sulla sinistra seguendo le indicazioni per Rifugio Alpe Piazza, dopodiché si imbocca la mulattiera sulla destra che con tornanti e traversi porta al maggengo di Scoccia (1445 m) e poi a Corte Grassa (1614 m) e Corte Grande. Da qui la pendenza si fa meno marcata e per un breve tratto ci si inoltra nel bosco, prendendo a sinistra quando incontriamo un bivio (seguire indicazioni per rifugio e Monte Pisello) per poi giungere a Baitridana (1670 m). Volgendo verso sud arriviamo quindi all’alpeggio di Alpe Piazza e con un lungo e facile traverso del pascolo al Rifugio.
Il punto di partenza è il parcheggio nei pressi del torrente Tartano, in località Biorca, raggiungibile dal fondovalle con la SP 11. La strada in Val Corta, con le acque a sinistra, è da seguire per circa 700 metri, poi – al bivio – c’è la carrozzabile che raggiunge i Fognini a quota 1300 metri, con un ultimo tratto di sentiero segnalato dopo il quarto tornante (altrimenti si va per la Foppa). La contrada è anche di interesse architettonico per la presenza di alcune esempi di blockbau, che è la prima e più antica forma di costruzione lignea, del 1600, i più antichi di tutta la Val Tartano. Il ripido prato, oltre le baite, accompagna al bosco, circa 100 metri più su e poco dopo un fienile in legno che il sentiero supera a sinistra. Gli abeti scoprono il cielo solo oltre i 1600 metri di altitudine, con il Dosso Pàia a quota 1688 m che è il primo punto panoramico; oltre, risalendo la radura, senza mai rientrare nel bosco – 1835 sono i metri sul livello del mare – c’è Baitü.
Da Morbegno, salendo per la via Priula e seguendola per tutto il suo percorso, si giunge al piccolo abitato di Valle.
Ideale per una passeggiata rilassante immersi nella natura. Se siete più atletici e questo percorso non fosse sufficiente a soddisfare la vostra voglia di Orobie, vi consigliamo di percorrere a ritroso il percorso Morbegno Arzo Pitalone Valle, che vi riporterà sempre a Morbegno ma con una camminata decisamente più lunga e soddisfacente.
I laghi di montagna sono – ognuno – unico e particolare e molto diversi, anche se vicini, sono il Lago di Trona (M 1805), oggi una diga, e il Lago Zancone (M 1957), un laghetto alpino con acqua limpida.
Il punto di partenza è Pescegallo, con il comodo parcheggio (M 1473). Il sentiero numero 14 inizia nei pressi di una baita sulla sterrata che procede verso ovest. Il percorso entra in un bosco fitto, poi in una radura più rada e pianeggiante e sale quindi il tratto più ripido della camminata. Il tracciato è quasi pianeggiante nel passaggio sotto il Pizzo del Mezzodì. La prima tappa – il Lago di Trona (M 1805) – è dopo una breve discesa. Il Lago Zancone è a circa 20 minuti di cammino, seguendo le tracce sulle sponda di sinistra, oppure tornando sul sentiero numero 14.
La natura è la protagonista del Giro dei Laghi. Il percorso – in un raro ambiente di alta montagna – raggiunge, in ordine, i laghi Trona, Inferno, Rotondo, Zancone e regala incontri con la fauna più tipica, come gli stambecchi; ma c’è anche un elemento più umano: le tracce delle miniere di ferro, in passato tra le economie di questa valle.
Il giro inizia dal parcheggio di Pescegallo (M 1473) e segue la pista in piano – verso ovest – per raggiungere il sentiero che sale nel bosco con le indicazioni per il Lago di Trona / sentiero numero 148. Il percorso – senza mai deviare – raggiunge la diga, che è a quota 1805 metri slm, in circa 1 ora e 30 minuti. Il Lago di Trona è di origine glaciale; è dai primi anni ‘40 una fonte di energia elettrica. La diga è da superare lungo il passaggio sul muro, poi è da seguire la traccia che – nei pressi di una baita – risale la pietraia, con i resti di antiche miniere, verso il Lago Inferno (M 2072). Il bacino artificiale è tra il Pizzo di Trona (M 2510), il Pizzo dei Tre Signori (M 2554) e il Pizzo Varrone (M 2325). Il percorso prosegue oltre la diga per raggiungere la bocchetta di Varrone (M 2130) e – da qui – seguire il sentiero verso sinistra lungo la sponda del lago. La traccia per la Bocchetta d’Inferno (M 2306) è tra le rocce, che sono le protagoniste di questo paesaggio, e prosegue su una traccia ripida per la sella a quota 2457 metri slm. In vista – più in basso, sotto il Pizzo di Trona – c’è il Lago Rotondo (M 2254). La discesa è ripida ed è quindi da prestare molta attenzione per il terreno instabile. Il lago – in una conca – è di un blu intenso; intorno solo la roccia grigia e qualche ciuffo di erba. Il percorso prosegue lungo il sentiero numero 14, che scende in Valle di Trona per il LAGO ZANCONE (M 1957), un laghetto verde acqua; ci sono alcuni massi – nel mezzo – come isolotti. Lì seguire il sentiero per il Lago di Trona e – quindi – seguire il sentiero numero 148 che torna a Pescegallo, il punto di partenza.
La Chiesa di Sant’Alessandro si trova in posizione dominante sulla “grande borgata di Traona”. Le case lasciano gradualmente il posto ai vigneti terrazzati che caratterizzano il paesaggio traonese. Inoltre, essa si lascia osservare da buona parte della Bassa Valtellina.
Esistente già nel secolo XIII, venne ricostruita a partire dal 1604 e consacrata nel 1690, conservando il campanile e alcuni elementi precedenti: l’abside rivolta ed est e l’elegante porticato che regala un suggestivo panorama della bassa valle. Gli interni sono affrescati dal Gianolo Parravicini, autore anche dei dipinti che decorano il presbiterio con quadrature di G. Antonio Torricelli (1756).
l Bosco Co Vivo di Dazio è un percorso facile e adatto alle famiglie con bambini piccoli.
Il percorso parte dalla Chiesa di Sant’Anna. Sarà poi il bosco con le sue creature a guidarvi lungo il tragitto.
Il sentiero procede quasi interamente in piano pertanto è percorribile da bambini molto piccoli (dai 3 anni in su).
Si tratta di un giro ad anello lungo il quale i bambini saranno motivati a camminare per scoprire le sculture lignee che lo animano: gnomi intagliati negli alberi, grandi panchine di legno, ragnatele gigantesche, matitoni di legno colorati. E poi picchi nascosti nei buchi degli alberi e grandi massi dipinti.
Da non perdere il grande “quadro” a tema montagna che si trova sull’enorme masso a fine percorso e che preannuncia i dipinti dei muri a secco che incontrerete scendendo: gnomi e folletti, grandi cavallette, volpi e gli abitanti del bosco immortalati nei sassi con colori brillanti.
Un divertente percorso multi-sensoriale accessibile a tutti
Il “Percorso degli Ecomusensi” è un percorso multi-sensoriale di 1 km con piazzole dotate di diverse installazioni per la stimolazione dei cinque sensi.
Questo tracciato, facilmente raggiungibile dal centro del paese di Gerola Alta, è stato progettato per essere pienamente accessibile a tutti, e per stimolare e potenziare tutti i cinque sensi di chi lo frequenterà, siano essi bambini, adulti, anziani o persone con disabilità psichica e motoria. Il percorso si inserisce in un ambiente di particolare interesse dal punto di vista paesaggistico, naturale e panoramico come quello della Valgerola: il tempo trascorso in un ambiente simile può dare a tutti una serie di benefici per la salute, partendo dalla riduzione dello stress.
Per darvi un’idea di quello che vi aspetta quando visiterete il percorso, immaginatevi di iniziare il circuito, di attraversare aiuole con aromi e colori diversi e altre piazzole pensate per stimolare i sensi del gusto e dell’olfatto. Ora fermatevi un attimo a riposare e ascoltate questi suoni e strumenti musicali. Adesso se volete chiudete gli occhi: davanti a voi ci sono dei pannelli tattili che potrete toccare per farvi svelare un’altra parte del cammino. Proseguite attraversando un sentiero con materiali e installazioni sugli alberi, tubi sonori, bandiere ecc… Un’altra sosta di riposo e siete giunti alla fine!
La sede La biblioteca civica “Ezio Vanoni” è stata costruita nel 1965, in occasione del decimo anniversario della morte di Ezio Vanoni, economista valtellinese e più volte ministro. Autore del progetto è Luigi Caccia Dominioni, uno dei protagonisti dell’architettura italiana del Novecento, originario di Morbegno e amico dello stesso Vanoni. Nel 2015 si è concluso l’intervento di riqualificazione, nell’ambito del progetto di rinnovamento di otto biblioteche del Sistema bibliotecario della Valtellina, finanziato dalla Fondazione Cariplo. Il progetto ha permesso di migliorare l’organizzazione dei servizi e delle raccolte e di rinnovare gli spazi e gli allestimenti e, in particolare, ha consentito di ampliare gli spazi per il pubblico, attraverso l’adeguamento funzionale del piano interrato. La biblioteca è ora un luogo confortevole e accogliente, dove incontrarsi, passare il proprio tempo libero, ma anche imparare, fare e conoscere.
I servizi La biblioteca offre una collezione di circa 40.000 documenti suddivisa in narrativa e saggistica per adulti, libri per ragazzi da 0 a 14 anni circa (circa 7.000 documenti), una raccolta di circa 3.500 film e documentari in DVD e CD musicali, libri e altri materiali di interesse locale, una vasta scelta di periodici, tra quotidiani, settimanali e mensili. E’ possibile richiedere libri, CD e DVD da altre biblioteche della rete provinciale e ricevere informazioni sulla biblioteca digitale MediaLibraryOnLine. La biblioteca mette a disposizione postazioni per la navigazione Internet e per i servizi multimediali. La navigazione Internet, disponibile anche tramite Wi-Fi, è gratuita. Le attività La biblioteca aderisce al programma Nati per Leggere, che promuove la lettura ad alta voce in famiglia per i bambini da 0 a 6 anni. Inoltre partecipa a Volontari per la Cultura, il programma di volontariato culturale nelle biblioteche e nei musei della provincia di Sondrio.