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Filorera – Predarossa

PARTENZA: Filorera (Val Masino)

ARRIVO: Preda Rossa

LUNGHEZZA: 12,2 km (a/r 24,4 km)

DISLIVELLO: +1120 m

DIFFICOLTÀ: Media

DURATA: 2-3 h

L’itinerario si svolge in Valle di Sasso Bisolo, una laterale della Val Masino, partendo da Filorera. La strada è tutta asfaltata anche nei tratti nuovi, sulla sinistra orografica, che negli anni hanno sostituito il vecchio tracciato distrutto da una frana. La pendenza media è abbastanza alta con passaggi oltre il 10% che richiedono anche l’utilizzo dell’assistenza media del motore. A circa metà salita si giunge nel bel piano di Sasso Bisolo, dove è situato il Rifugio Scotti. La salita riprende con una sequenza di tornanti che portano a un parcheggio. Un breve tratto di sentiero molto sconnesso con fondo pieno di grossi sassi conduce al grande Piano di Preda Rossa dominato dal Monte Disgrazia e dai Corni Bruciati. Si potrebbe fare il giro completo del Piano, ma sapendo che bisogna affrontare un guado.

Alpe Scermendone

PARTENZA: Buglio in Monte/Our di Cima

ARRIVO: Alpe Scermendone

DISLIVELLO: +715 m

DIFFICOLTÀ: T (turistica)

DURATA: 2 h

Il lungo dosso che, alle spalle del paese di Buglio in Monte, si snoda dalla Punta Mercantelli (2070 m) alla Cima Vignone (2608 m) è conosciuto col nome di Scermendone.

Posto a cavallo tra la Valtellina e la Valle del Sasso Bissolo (Val Masino), la felice esposizione consente una rapida scomparsa del manto nevoso e rende la zona adatta a passeggiate in tutta tranquillità, senza arrancare nella neve, ma tuttavia con la possibilità di raggiungere una quota superiore ai 2000 metri.

Da Buglio in Monte si giunge con la vettura sino al maggengo di Our di Cima (1415 m) ottima base di partenza per diverse escursioni.

Si va infatti da quella più semplice sino all’Alpe Granda (40 minuti), alla passeggiata attraverso le località “Merla” e “Verdel” di indubbio valore naturalistico, alla più lunga salita all’alpe Scermendone e alla chiesetta di San Quirico (2130 m – circa 2 ore).

Nelle vicinanze della chiesetta (2131 m) il comune di Buglio in Monte ha attrezzato una baita nella quale, in caso di maltempo, è possibile ripararsi.

La vista che si gode da qui è veramente eccezionale: a nordest spicca imponente la mole del Monte Disgrazia e il gruppo dei Corni Bruciati, a nord, in secondo piano, le cime della Val Masino; a sud si apre la Valtellina con un impressionante colpo d’occhio che percorre tutte le Alpi Orobie, dal Monte Legnone sino al gruppo dell’Adamello.

Poira di Civo – Bivacco Bottani-Cornaggia

PARTENZA: Poira di Dentro (Civo)

ARRIVO: Bivacco Bottani Cornaggia

DURATA: (andata) 3 h 30 min.

DIFFICOLTÀ: E (Escursionisti)

Per gli amanti dei panorami, l’escursione al Bivacco Bottani Cornaggia permette di osservare la Valtellina, da Sondrio al Lario, e le Valli del Bitto.

Da Poira di Dentro (1077 m) si risale l’assolato versante che precede le baite di Prà Sücc. Oltre il limite degli alberi il percorso si addolcisce, fiancheggiato a sinistra dai Tre Cornini. Dall’Alpe Visogno (2003 m), tra grandi rocce modellate da antichi ghiacciai, si volge gradualmente a destra fino al Bivacco Bottani Cornaggia (2327 m).

Laghi di Porcile

PARTENZA: Arale (Val Lunga, Tartano)

ARRIVO: Lago di Sopra

DISLIVELLO: +600 m

DIFFICOLTÀ: E (Escursionistica)

DURATA: ca. 2 h

Itinerario

Il punto di partenza è in Val Lunga (la valle a sinistra rispetto al centro abitato di Tartano), nei pressi della contrada Arale, quando la strada termina in località Scesure ed inizia, in prossimità di un tornante, il sentiero numero 112.

Siamo circa a quota 1500 m; qui il percorso attraversa un bosco di conifere e, poi, una serie di prati, con i muretti a secco, barek in dialetto, che una volta delimitavano le porzioni di pascolo e oggi raccontano il passato agricolo-pastorale della Val Tartano.
Superata la Baita Bianca, si attraversauna passerella in cemento sul torrente della Val Dordonella e una serie di tornanti in un fresco sottobosco. In sottofondo il mormorio delle acque del torrente Tartano, che scendono a valle, e che, poco sopra, sono da attraversare su un percorso di sassi nella piana con la Casera Porcile (1803 m),
Un bel prato in pendenza, fiorito con la bella stagione, accompagna verso la Baita Lares.

Al bivio seguire sul sentiero di sinistra.
Il percorso, indicato con i segnavia bianco-rossi, risale su roccia e sentiero, tra cespugli e pochi larici, sino a raggiungere – dopo un pianoro – il primo lago, a quota 2005 metri, detto “Piccolo”.
In sequenza, il dislivello è modesto, ci sono, ognuno in una sua conca, il lago “Grande” (2030 m) e poco più su, seguendo la segnaletica, il lago “di Sopra” (2095 m).

Il punto panoramico

Il sentiero 101, indicato da un cartello a pochi metri dal terzo lago, passando sui massi di una ganda raggiunge la cresta e il Passo di Tartano (2108 m slm). È su questa linea di confine tra la provincia di Sondrio e la provincia di Bergamo che, con lo sguardo verso la Val Tartano, c’è la migliore visuale sui laghi di Porcile.

E in inverno…

Per chi ha desiderio di raggiungere i laghi di Porcile in inverno, con le ciaspole o gli sci, c’è la guida “Val Tartano: tutte le cime con gli sci” di Roberto Ganassa, fotografo ed appassionato di montagna, edita da Beno Editore.

(Fonte: www.amolavaltellina.eu)

Sentiero Valtellina

Il Sentiero Valtellina è un itinerario ciclopedonale che si sviluppa lungo il fiume Adda tra Colico e Bormio per una distanza complessiva di 114 km. Permette di spostarsi dall’Alto Lario all’Alta Valtellina, e, tramite il collegamento con la ciclabile Valchiavenna, fino in Bregaglia raggiungendo la Svizzera.

Lungo il Sentiero, nel cuore delle Alpi, oltre alle bellezze naturalistiche offerte dai monti orobici a sud e da quelli retici a nord, si incontrano numerosi borghi che raccontano con le loro testimonianze di arte e civiltà alpina il sapiente rapporto tra uomo e montagna che i valtellinesi hanno tramandato di generazione in generazione.

La realizzazione del Sentiero è stata resa possibile grazie agli interventi delle Comunità Montane della Valtellina che, ognuno per il proprio territorio di competenza, hanno investito nella realizzazione e nella manutenzione del tracciato.

Su questa pagina www.valtellina.it ulteriori dettagli con la mappa del Sentiero Valtellina.

TRATTO COLICO – MORBEGNO – FORCOLA

Il tratto di Sentiero Valtellina che attraversa il Mandamento di Morbegno è quello che, partendo da Colico, arriva fino al territorio comunale di Forcola. Il Sentiero dapprima si inoltra nella Riserva del Pian di Spagna su fondo sterrato fino ad oltrepassare la statale 36 e raggiungere l’Adda. In breve tempo, procedendo verso est, ci si trova nel territorio comunale di Dubino, entrando ufficialmente in Valtellina. L’imponenza del Legnone con l’anfiteatro della Val Lesina a sud e le vette retiche della Valchiavenna a nord, tra le quali spiccano il Monte Stella e il Pizzo Manduino, accompagnano questo ingresso. Proseguendo si passa nelle vicinanze di Mantello e poi Traona, un tempo capoluogo della Bassa Valle, per poi giungere, dopo essersi portati sulla sponda nord dell’Adda attraversando la caratteristica Isola della Pescaia, al settecentesco Ponte di Ganda e quindi a Morbegno. Riprendendo il Sentiero si procede verso est sulla sponda nord del fiume, attraversando la frazione di Campovico e poi quella di Paniga, proseguendo verso Ardenno e quindi raggiungendo i territori del comune di Forcola.

DOVE DORMIRE E DOVE MANGIARE lungo il Sentiero Valtellina

Alberghi

  • Hotel Rezia Valtellina (Cosio Valtellino)

Agriturismi

  • La Fiorida Az. Agricola (Mantello)
  • Le Case dei Baff (Ardenno)

B&B

  • B&B Elisa (Talamona)
  • La Valigia – Bed & Bike (Mantello)
  • B&B Monastero (Dubino)
  • Al Verdesentiero (Traona)

Fenile – Pescegallo – Rifugio Salmurano

PARTENZA: Fenile (1263 m)

ARRIVO: Pescegallo (1454 m)/Rifugio Salmurano (1850 m)

DISLIVELLO: +200 m/+600 m

DIFFICOLTÀ: Media

Itinerario per ciaspole che si snoda su una comoda stradina ideale per familiarizzare con questi strumenti invernali. Da Fenile (1263 m) si parte seguendo quello che è il “percorso salute” (dopo il secondo ponte sul Bitto ad occidente rispetto al nucleo abitato), proseguendo in leggera salita attraverso una magnifica pecceta fino a raggiungere Pescegallo (1454 m). Da qui, prestando attenzione all’eventuale presenza di ghiaccio, si raggiunge il Rif. Salmurano (1850 m) seguendo un sentiero chiamato “la stradina”.

Cammino Mariano delle Alpi

Il Cammino Mariano delle Alpi è un progetto di grande valenza religiosa, culturale e turistica che nasce con l’obiettivo di realizzare un itinerario di trekking che, attraverso la Valtellina e toccando alcuni luoghi di culto mariano della provincia di Sondrio, conduca fino al Santuario della Madonna di Tirano.

L’itinerario prevede due vie di percorrenza:

  • la Via Occidentale, da Piantedo a Tirano, con una lunghezza complessiva di 91 km (completamente fruibile dalla primavera 2022)
  • la Via Orientale da Bormio a Tirano, di 66 km, in fase di progettazione.

La Via Occidentale, in particolare, può essere suddivisa in 5 tappe:

  • Piantedo – Morbegno
  • Morbegno – Berbenno
  • Berbenno – Sondrio
  • Sondrio – Teglio
  • Teglio – Tirano

Il percorso si innesta su altre reti di sentieri e percorsi, in primis la Via dei Terrazzamenti che rappresenta la zona più tipica del paesaggio valtellinese, caratterizzata dai terrazzamenti vitati ma anche da edifici storico artistici, civili e religiosi, di notevole pregio e interesse, fortemente rappresentativi e carichi di valore simbolico.

Si consiglia di percorrere il percorso da marzo a novembre; non si garantisce la fruibilità del sentiero nei restanti mesi.

I cartelli che segnalano il percorso si distinguono grazie alla presenza del logo ufficiale: il marchio è azzurro su sfondo bianco con dicitura “CAMMINO MARIANO DELLE ALPI”. Lungo il percorso si trovano anche cartelli di colore marrone con il logo bianco su sfondo azzurro del Cammino mariano e il simbolo del pedone.

Via Priula

Morbegno – Cà San Marco

PARTENZA: Morbegno – Piazza Marconi già “Piazza Tre Fontane” (262 m)

ARRIVO: Cà San Marco (1830 m)

DISLIVELLO: ca. 1700 m (quota massima: Passo San Marco 1992 m)

DIFFICOLTÀ: E (escursionistica)

PERIODO CONSIGLIATO: da giugno a settembre

UN PO’ DI STORIA

La Via Priula, diversamente da altre vie storiche alpine, non sorge su un preesistente tracciato romano, ma venne realizzata ex-novo e fin da subito con l’intenzione di collegare Bergamo a Morbegno. Perché dunque, vi chiederete, si osò addirittura sfidare le Orobie per mettere in comunicazione le due città? Siamo sul finire del XVI secolo, Bergamo è possedimento veneziano già dal 1428, mentre Morbegno, come tutta la Valtellina e la Valchiavenna, è dal 1512 sotto il dominio della Repubblica delle Tre Leghe, l’attuale cantone elvetico dei Grigioni. Grigionesi e Veneziani sono alleati, ma entrambi non hanno buoni rapporti con gli Spagnoli, i quali, padroni di Milano, controllano anche le antiche vie che risalendo il Lario conducono ai passi alpini. Tra il 1592 e il 1593, per volontà di Alvise Priuli, podestà veneziano di Bergamo, venne quindi realizzata la via che da lui prende il nome, la “Priula”. Il tracciato venne scelto dopo attenti studi, con l’obiettivo di individuare il percorso più dolce e agibile che avrebbe consentito un collegamento diretto tra possedimenti veneziani e grigionesi, evitando così i dazi spagnoli. Il “vincitore” fu il valico che venne per l’occasione battezzato “Passo San Marco”, dove, ai suoi 1991 m, si incontrano la bergamasca Val Brembana e la valtellinese Valle del Bitto di Albaredo. Il tracciato completo parte da Porta San Lorenzo a Bergamo, risale la Val Brembana attraversando Zogno, San Pellegrino, San Giovanni Bianco, Piazza Brembana, Olmo e infine Mezzoldo, dopo il quale, con un dislivello di ca. 1000 m, si raggiunge il passo. Da qui si discende per la Valle del Bitto, incontrando prima il borgo di Albaredo per San Marco, e, non molto dopo, Morbegno. Giunti a questo punto, mercanti e merci potevano proseguire verso nord attraverso i passi della Val Malenco o della Valchiavenna, quest’ultima direttamente collegata alla Bassa Valtellina tramite la “Strada dei Cavalli”.

DESCRIZIONE DEL TRACCIATO “MORBEGNO – CA’ SAN MARCO”

L’intero percorso da Morbegno alla Cà San Marco comporta un dislivello importante con uno sviluppo di quasi 20 km, per cui, specie per gli escursionisti non particolarmente allenati, può essere conveniente spezzarlo in due tronconi: da Morbegno ad Albaredo per San Marco e da Albaredo alla Cà.

Qui di seguito si descrive il tragitto completo.

Si parte da Piazza Marconi e, seguendo l’indicazione del cartello della Via Priula, si sale lungo la stretta Via San Marco. Subito dopo il palazzo Malacrida la strada si restringe per diventare una ripida mulattiera con fondo sassoso.

Seguendo i frequenti cartelli si raggiunge il Tempietto Votivo, superato il quale si incrocia due volte la strada provinciale. A questo punto la mulattiera si amplia e a tratti presenta un fondo lastricato; lambisce vecchie baite e maggenghi sino alla località Campiàa (letteralmente Campo Piano, 572 m). Si oltrepassa il “Gisöö de Mezzavia” (Chiesetta di Mezzavia) e, dopo un paio di tornanti, si abbandona la strada e si prende il sentiero che si stacca a destra dal tornante in direzione di Valle, che si raggiunge in una ventina di minuti.

Si segue la strada provinciale sino a Campoerbolo dove, oltrepassato il lavatoio, si riprende a destra la vecchia mulattiera che si percorre ininterrottamente sino ad Albaredo (900 m).

Si raggiunge agevolmente la Piazza San Marco, centro del paese, conclusione della prima tappa e luogo ove sostare per rifocillarsi e passare un po’ di tempo per una visita al paese, alla latteria sociale per degustare il famosissimo formaggio Bitto e alla chiesa dedicata a San Rocco (bel dipinto di Giuseppe Kauffmann rappresentante Madonna con Bimbo e Santi).

Si riprende la via e si attraversa tutto il paese; poco dopo le ultime case la mulattiera si impenna con un tratto acciottolato, localmente noto come “Grisciun”, per riprendere ben presto pendenze più dolci. Il percorso si snoda tra prati, piccoli nuclei antichi, baite isolate e basse costruzioni dalle quali sgorgano fresche acque. Sono queste le ben note “bedulère”, piccoli edifici con muri a secco nei quali burro e formaggi venivano tenuti al fresco.

Oltrepassata la chiesetta della Madonna delle Grazie (“Madonnina”), dalla quale si ha una bella vista della vallata e dell’antistante maggengo denominato “Dosso Chierico”, la strada scende decisamente sino ad attraversare la fresca Valle di Lago. Da questo punto l’ambiente cambia decisamente e l’abete si sostituisce alle latifoglie.

Ci si porta in piano alla Valle di Pedena che si attraversa su un ardito ponticello e da qui si sale sino alle prime case del “Dosso Chierico”. La mulattiera risale l’ampio prato, passando davanti alla chiesetta di Santa Chiara e raggiunge il gruppetto di antiche baite da dove la vista spazia giù per la valle sino a Sacco, primo nucleo abitato della Val Gerola.

Si lasciano i prati e ci si inoltra nella vasta abetaia posta sul fianco destro della valle. Il percorso all’ombra degli abeti, anche se gradevole, è piuttosto lungo ed è quindi con un certo sollievo che si sbuca sui verdi pascoli di Orta Soliva (circa 1700 m).

La strada conduce in lieve discesa al fiume; attraversatolo si inerpica prima sul pascolo e poi sul costone con tornanti sempre più stretti e sempre più ripidi, quasi a formare una vera e propria scalinata (Scale d’Orta).

Dalla sommità del costone il Passo dista una quindicina di minuti. La discesa alla vecchia Cantoniera di San Marco (Cà San Marco) inizia tra i resti delle casematte della linea Cadorna, su una strada ben acciottolata, e presenta una buona vista sulla sottostante Valle Brembana e sul lago artificiale di Val Mora (lach de Pultranga).

Morbegno – Dossa – S. Pietro Vallate

PARTENZA: Morbegno

ARRIVO: San Pietro in Vallate (Cosio V.no)

LUNGHEZZA: 6,5 km (a/r 13 km)

DISLIVELLO: +500 m

DIFFICOLTÀ: Facile

DURATA: 1-2 h

L’obiettivo dell’itinerario è raggiungere da Morbegno i resti dell’antica abbazia di San Pietro in Vallate risalente all’undicesimo secolo. Fra i beni culturali della Valtellina San Pietro in Vallate è molto importante, per l’antichità del monumento, per la sua originalità e per l’ambiente circostante. Si sale inizialmente lungo la provinciale della Valgerola, si devia a destra al primo tornante e si prosegue su asfalto fino alla località Dossa. La successiva discesa verso San Pietro è su strada sterrata ripida e sconnessa. Come per il percorso precedente di Erdona anche qui è possibile scendere brevemente al piano nella località di Piagno, ma poi si dovrebbe affrontare il ritorno sulla trafficata statale 38. Il ritorno invece sul tracciato di andata ripercorre la strada sterrata sconnessa in salita.

Alpe Legnone

PARTENZA: Delebio – centrale loc. Basalùn (inizio strada militare)

ARRIVO: Alpe Legnone

DISLIVELLO: +1470 m

DIFFICOLTÀ: E (escursionistica)

DURATA: 3 h 30 min

Possibilità di accorciare il percorso a solo 1 h 30 min salendo in auto lungo la strada agro-silvo-pastorale da via Casale fino al maggengo di Piazza Calda.

Da Delebio in corrispondenza della centrale elettrica posta contro montagna, si sale lungo la vecchia mulattiera militare appartenente alla “Linea Cadorna” della Grande Guerra, ancora selciata. Passato il tempietto degli alpini, si giunge in loc. Canargo e Osiccio; proseguendo lungo la strada agro-silvo-pastorale si arriva al maggengo di Piazza Calda (seguire segnaletica per rif. Legnone). Superaro l’ultimo gruppo di case, si prende il sentiero che sale a destra in un bosco di abeti fino a sbucare nel pascolo dell’Alpe Legnone dove si trova la Capanna sociale Baitone di Legnone (rifugio gestito dalla ProLoco con area pic-nic con acqua e tavoli).